#LibriInTasca: Mary Stewart – La grotta di cristallo

Astuto, colto e appassionato: vi presento il nuovo mago Merlino

consigliato da Franco Pezzini

#LibrinTasca è lo Speciale sul sito dell’Indice che accompagnerà la vostra estate.
Sarà un compagno di viaggio loquace e mai banale, e si comporrà di tanti consigli di lettura suggeriti da voci diverse e penne più o meno note: libri pensati per viaggiatori in cerca di avventure e tomi poderosi per chi poltrisce sotto l’ombrellone. 

Mary Stewart
LA GROTTA DI CRISTALLO
ed. orig. 1970, trad. di Gioia Angiolillo Zannino
pp. 441, € 22
Elliot, Roma 2016

Mary Stewart - La grotta di cristalloPer arrivare al luogo, identificato in termini vaghi a qualche miglio dalla cittadina, avevo dovuto chiedere informazioni al laboratorio di un falegname lungo la strada. Un celta baffuto da fumetto di Asterix, gentilissimo, che non solo aveva interrotto il lavoro per rispondere, ma mi aveva dettagliatamente tracciato su un foglietto (lo conservo ancora) l’itinerario. Poi, ovviamente, arrivavi lì e c’era solo una collina nel silenzio – ma era Bryn Myrddin, la collina di Merlino. Così, passando qualche giorno a Carmarthen (Caer Myrddin), era stato possibile visitare i luoghi che Mary Stewart richiama nella sua grande riscrittura della saga arturiana, già apparsa in Italia parecchi anni fa e di cui oggi felicemente Elliot ripropone il primo volume, La grotta di cristallo – grotta presuntamente sita nella collina in questione. Certo The Crystal Cave può ascriversi alla categoria del fantasy, narrativa popolare con una spruzzata di New Age gentile: ma sulle etichette si tratta di intendersi. La trama fotografa tutta una prima parte della vita di Merlino, non mago medioevale ma intellettuale tardoantico formato da un sapiente locale, da ingegneri militari romani e medici micrasiatici: un bambino senza padre – lo ritroverà, un uomo eccezionale che però non può riconoscere quel figlio – poi un giovane dalla quantità esplosiva d’interessi, un consigliere astuto dei sovrani avvicendatisi e il portatore di qualcosa che è più di una speranza, legata a un bambino concepito in modo sghembo tra sangue e tradimento…

Il fantastico emerge in modicissima quantità, e per gran parte la leggenda – richiamata con un tessuto narrativo coinvolgente e a tratti poetico – è riscritta in termini di plausibilità storica; i ritratti, a partire da quello del protagonista, sono intensi e lo sfondo ricostruito con cura. Merlino cresce in una Britannia postromana dove la sintesi di culture tra mosaici e menhir conosce nuove crisi, dove si usano ancora gli altarini da campo dei riti di Mitra ma sopravvivono nel silenzio culti arcaici ben poco tranquillizzanti; e dove – soprattutto – una rete di reguli e principotti si confronta con un Far West di ambizioni e invasioni, facendo sognare – foss’anche per una breve stagione – un mondo diverso. Dimentichiamo i celtismi nostrani legaioli e fascistoidi: persino in tempi disincantati come i nostri, La grotta di cristallo riesce a mantenere l’incanto di un certo orizzonte di sogni. Compresi quelli del tempo in cui è stato scritto.

franco.pezzini1@tin.it

F. Pezzini è saggista

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