Il migliore dei mondi esistiti?
recensione di Adelino Zanini
dal numero di dicembre 2018
Domenico De Masi
IL LAVORO NEL XXI SECOLO
pp. XVII + 819, € 24
Einaudi, Torino 2018
Acquista su IBS.it
Una riflessione sul lavoro, ampia e articolata (oltre ottocento pagine, suddivise in quattro parti, per un totale di ventisette capitoli), che muove dal XXI secolo per ritornarvi, dopo aver pensato e ripensato, storicamente e concettualmente, ciò che ha dapprima caratterizzato e poi negato l’“ozio creativo”, a partire dalla scholé greca. Un “ozio” al quale – sostiene Domenico De Masi – si dovrebbe tornare, lasciando però alle spalle le sofferenze inumane che l’accompagnarono sin tanto che fu appannaggio di pochi eletti. Operazione certamente possibile oggi, in età postindustriale, se non fosse che, invece di sfruttare le conoscenze raggiunte e i dispositivi tecnologici realizzati onde “ridurre il lavoro a parità di prodotto, si preferisce produrre di più lavorando più di prima” e generando così “ondate dolorosissime di disoccupazione tecnologica” e diseguaglianze socioeconomiche, di genere, etniche, crescenti.
Scopo dell’opera, ci informa l’autore, è di offrire a chi legge uno sguardo d’insieme, prevalentemente sociologico, sulle trasformazioni che nel corso dei secoli hanno riguardato il lavoro e le sue interpretazioni, nonché sulle probabili metamorfosi che lo attendono nel futuro prossimo. Tema a cui lo stesso autore ha dedicato numerosi libri, ai quali quest’opera attinge ampiamente, indicando di volta in volta la fonte di riferimento, fermo restando che le pagine inedite “sono di gran lunga più numerose di quelle tratte dalle pubblicazioni precedenti”. L’impostazione intende essere “molto rigorosa” ma “poco accademica”. Dunque, pur ovviamente presente e articolato, anche l’apparato di note rispetta un tale criterio; la presentazione delle fonti, pur ampia, si limita per lo più ai testi impiegati come tracce, discussi e commentati: classici, antichi e moderni, da un lato, testi di vasta circolazione, dall’altro, dei quali a suo tempo dettero conto non solo e non tanto le riviste accademiche, quanto i media a più ampia diffusione.
Prima di affrontare la trattazione storico-sociologica vera e propria, l’autore si premura di presentare, in termini storico-concettuali, quelle che sono state e rimangono le principali interpretazioni…Per continuare la lettura occorre essere abbonati: scopri le nostre offerte sugli abbonamenti oppure acquista la copia di dicembre 2018