Dove si pensano e si realizzano i libri che leggiamo
di Bianca Maria Paladino
Il 2019 è stato l’anno di anniversari nel mondo dell’editoria: hanno compiuto cinquant’anni la collana de “I Meridiani” di Mondadori e l’editore Sellerio. La casa palermitana ha festeggiato al Salone del Libro di Torino con la presentazione del volume a cura di Salvatore Silvano Nigro, Leonardo Sciascia scrittore editore ovvero La felicità di far libri (pp. 334, €16, Sellerio, Palermo 2019). Un testo particolare, che ci consente dei collegamenti con altri volumi importanti per lo studio dell’editoria libraria editi nell’anno perché concentra l’attenzione sul ruolo svolto dallo scrittore all’interno della casa Sellerio. E immediatamente corre l’obbligo di precisare che chi ha sdoganato la funzione dell’intellettuale-editore con i volumi dedicati a Vittorini, Pavese, Sereni, Bassani è Gian Carlo Ferretti, anch’egli presente al Salone con Il marchio dell’editore. Libri e carte, incontri e casi letterari (pp. 383, € 20, Interlinea, Novara 2019, già recensito nelle pagine de “L’Indice” 2019, n. 11). Sciascia, com’è noto, ha svolto per la Sellerio un ruolo determinante e fattivo, “fu una specie di socio editore senza interessi finanziari nell’impresa, di direttore editoriale, di consigliere e di lettore, di amico, di consulente, di ufficio stampa e capo delle pubbliche relazioni, e finanche di persona esperta in questioni pratiche (come, per esempio, l’abbozzare una lettera di impegno, o redigere un rendiconto: non lo sapeva fare nessuno all’atto di nascita di questa casa editrice, e lui che lo sapeva perché lo aveva visto, glielo insegnò. O come preparare le ‘schede’ per i venditori)… E a dare quell’impronta nel trattare il libro – come opera dello spirito, come oggetto e come fine – che può definirsi con parola non azzardata un’etica”.
L’idea originaria di questo stesso libro era stata di Sciascia, ma doveva contenere soltanto i risvolti dei volumi della collana “La Memoria” con titolo appunto I risvolti della Memoria. Da lì si è partiti per aggiungere oltre che le bandelle di altre collane, i segnalibri, le avvertenze editoriali, le introduzioni alle parti delle antologie – accompagnate dalle foto degli originali – per realizzare una raccolta di documenti che vuole essere anche una biografia intellettuale per il trentennale della sua morte, avvenuta nel 1989. Dalla lettura si ricava il suo esteso intervento, una vera e propria progettazione dei libri selleriani che ricorda, sia pure in modo diverso, l’attività editoriale di Vittorini e i suoi interventi sui testi della collana “I Gettoni”. Entrambi esempio di intellettuali dal sapere vastissimo con grande attenzione alla lingua, con idee molto chiare sulle scelte dei volumi da editare e soprattutto sul modo di presentarli ai lettori.
Dell’importanza attribuita da Sciascia al valore del testo e dell’incoraggiamento di quegli autori che riteneva fossero meritevoli di legittimo riconoscimento pubblico, abbiamo ulteriore prova nella corrispondenza con un altro scrittore siciliano, raccolta in Vincenzo Consolo e Leonardo Sciascia, Essere o no scrittore. Lettere 1963-1988 (pp. 86, € 14, Archinto, Milano 2019, cfr. “L’Indice” 2019, n. 5). Ma di risvolti si è occupata anche Cristina Taglietti, Risvolti di copertina. Viaggio in 14 case editrici italiane (pp. 159, € 15, Laterza, Roma – Bari 2019), che ha cominciato la narrazione del suo viaggio nell’editoria proprio da Palermo e dal civico n. 50 di via Siracusa, sede storica dell’editore Sellerio. Oggi la tradizione di famiglia continua con Antonio e Olivia, insieme agli storici collaboratori: Chiara Restivo, braccio destro di Elvira, e Maurizio Barbato, autore dopo la morte di Sciascia (estensore dei primi 71) di più di ottocento risvolti della collana “La Memoria”; quelli di Camilleri erano affidati a Salvatore Silvano Nigro. A Scimè, Tusa, Sciascia, Consolo, Siciliano, Camilleri, autori, consiglieri e collaboratori di un tempo della casa dalle copertine blu si sono via via affiancati scrittori più giovani e di varia provenienza geografica. Pur restando fedele alla Memoria delle origini geografiche, grazie anche a Camilleri, oggi possiamo dire che la Sicilia, attraverso le pubblicazioni di Sellerio, ha allargato molto i suoi confini, anche linguistici. Il viaggio di Taglietti prosegue dal sud al nord e ci fornisce utili, seppur sintetici, spaccati di alcune case editrici e del modo in cui il lavoro editoriale viene organizzato. Un percorso che nasce “dal desiderio di condurre il lettore dietro quei portoni, di mostrare chi abita quelle stanze, in quali spazi si pensano e si realizzano i libri che leggiamo…Una rassegna che, senza essere esaustiva, vorrebbe mostrare le varie facce dell’editoria italiana e le loro peculiarità, raccontandone l’evoluzione: dalla varia alla scolastica, dai ragazzi alla ricerca, dall’associazione all’impresa familiare”. Insomma piccoli e curiosi ritratti che ci danno l’idea della complessità e varietà del panorama editoriale attuale. Il libro non affronta direttamente le problematiche che quel settore sconta, sia dal punto di vista economico sia da quello culturale, ma ce lo lascia intuire. I marchi selezionati sono principalmente quelli dei medio-grandi editori italiani. Tuttavia sono particolari le storie di vita dei più giovani e piccoli imprenditori: il caso dell’orma, di Bao Publishing, di NN, La nave di Teseo, ma non lo sono meno, benché già note quelle di Sellerio, e/o, il Mulino, il castoro, Giunti, Zanichelli, ed infine Einaudi, Feltrinelli, Mondadori, e l’universo-mondo di GeMS. In tutte appare evidente la necessità di coniugare costi/vendite con un prodotto culturale in un paese in cui il tasso di lettura non è molto alto.
Nessuno parla più dell’opera, ma del testo, del libro. E tuttavia la capacità di confronto resta “una caratteristica propria di tutte le case editrici, anche quelle che proclamano ‘a noi non interessa, vogliamo fare solo quattrini’” commenta Ernesto Franco, direttore editoriale di Einaudi “qui si svolge un continuo lavoro creativo a fianco della fantasia di chi scrive, è un dialogo quotidiano, serrato e fondativo” e cita Luciano Gallino: “le case editrici, (…) pur essendo aziende con la necessità di far tornare i conti, devono avere la consapevolezza di essere un riferimento collettivo perché, nei momenti di crisi, che lo vogliano o no, svolgono un ruolo di supplenza (…) pubblicare libri coraggiosi (…) pur avendo il compito di rispecchiare la contemporaneità”. Gli fa eco Enrico Selva Coddè, amministratore delegato di Mondadori Libri Trade: “La capacità di tenere in equilibrio artigianato e industria è esattamente la ragion d’essere dell’editoria, che è strutturalmente inesatta e non totalmente pianificabile (…) si consolida il fenomeno che vede l’attenzione editoriale spostarsi sulla narrativa italiana (…)I gusti dei lettori vanno colti e capiti, possibilmente anticipati. Questo significa che è essenziale la capacità di ascoltare (…) la forza di una casa editrice sta nella proliferazione di voci perché è sempre un’attività collettiva”.
Gli orizzonti della letteratura e della scrittura nel mondo sono vastissimi e se non fosse per la competenza di lettori, siano essi docenti universitari, scrittori, traduttori o agenti letterari, che si fanno portatori di proposte editoriali nuove, il nostro sapere avrebbe confini, per quanto estesi, limitati. Intercettare ciò che è nuovo e che interessa il pubblico è impresa non facile. Le storie editoriali di case editrici come Einaudi, Mondadori, Feltrinelli, Giunti, il Mulino, Zanichelli ci dimostrano come la forza delle idee che si confrontano e si esprimono attraverso gli intellettuali che di questo mondo fanno parte, hanno contribuito e contribuiscono alla crescita culturale del nostro paese adeguando i testi al cambiamento progressivo della società. Infine occorre ricordare un volume non in commercio stampato nel novembre 2018 da Einaudi. Un doveroso omaggio a un intellettuale eclettico, autorevole slavista, professore, studioso, traduttore, poeta, saggista, con competenze che spaziano dalla cronaca politico-culturale al teatro, arte contemporanea, cinema, moda: Angelo Maria Ripellino, Lettere e schede editoriali (1954-1977) (a cura di Antonio Pane, pp. 151, s.i.p., Einaudi, Torino 2018). Vulcanico consulente editoriale, nelle lettere einaudiane spicca la mole della documentazione da lui proposta per la storia delle letterature slave in Italia. Fra le segnalazioni più importanti ricordiamo Bulgakov, Il Maestro e Margherita, Majakovskij e il teatro del suo tempo, le opere di Pasternak (il 1 maggio del 1956 in una lettera a Calvino scrive: “è il gran momento di Pasternak, il quale prepara una scelta dei suoi versi e l’edizione del romanzo Doctor Zivago. Ho portato con me altre poesie di Pasternàk che voglio includere nella nostra scelta, che diverrà così più consistente…Vorrei che il nostro volume fosse pronto parallelamente alla ripubblicazione sovietica di Pasternak”). Calvino non gli darà ascolto e il romanzo uscirà per Feltrinelli nel 1957.
bianca.maria.paladin@alice.it
B. M. Paladino è studiosa dell’industria editoriale