Il nuovo sito web
Dagli archivi: 2015 – anno XXXII – n. 10
L’editoriale è la segnalazione d’un progetto e però, anche, l’offerta d’una chiave di lettura. Il nostro progetto, lo avete ora davanti agli occhi: vogliamo creare un luogo d’incontro che contribuisca allo sviluppo del dibattito culturale, nella consapevolezza d’una voce che certamente non è l’unica ma ha l’orgoglio d’una storia e d’una credibilità che il tempo ha sigillato nello scorrere degli anni e nel mutare dei temi, del costume, delle mode, della stessa qualità delle proposte.
Può apparire anche che arriviamo in ritardo, a occupare un nostro spazio nella libera avventura della comunicazione elettronica, attraversata già da folle innumerevoli di proposte e di ambizioni. Noi non ne facciamo un problema, tempi e modi dipendono dalla elaborazione che sta alle spalle della realizzazione del progetto. I nostri tempi e i nostri modi sono dichiaratamente liberi da qualsiasi urgenza che possa sollecitare un cedimento nell’articolazione del progetto. Quanto denunciava Paul Virilio – che la velocizzazione della comunicazione è indifferente alla qualità della informazione – ha infatti accompagnato la nostra ideazione, privilegiando una costruzione che potesse cogliere la complessità del ruolo che le nuove tecnologie pretendono di assegnare alla comunicazione culturale.
“L’Indice dei Libri del Mese”, il vecchio, caro, “Indice” di carta, con le sue pagine di testi, di vignette, di capolettera colorati, di rubriche non solo letterarie, resta ancora al proprio posto, sperduto talvolta nell’ammucchiata inestricabile delle edicole ma anche offerto a una scoperta curiosa negli scaffali più tranquilli delle librerie; i lettori di sempre lo sanno bene, e lo sanno anche gli abbonati, che da trent’anni accompagnano con una preziosa fedeltà la storia di una rivista di carta che ormai pare essere l’unica offerta del mercato delle riviste culturali.
Ma, in questo mercato, “L’Indice” di carta non ha alcuna intenzione di restare come un reperto – prezioso ma pur sempre reperto – d’un tempo che va chiudendosi; la sua proiezione ora nello spazio virtuale della comunicazione elettronica è la conferma plastica che la nostra storia non si chiude nei ripostigli della memoria ma intende integrare due percorsi che, pur procedendo paralleli, si offrono come una proposta unitaria, articolata nelle forme della sua diversità e però realizzata organicamente come una sintesi di linguaggi distinti.
Dicevo che l’editoriale è anche una chiave di lettura. E certamente, noi siamo una rivista che identifica la propria offerta – ormai da trent’anni – con l’ambizione di cogliere le linee di fondo della produzione letteraria nel nostro paese, selezionandone l’ampio panorama con un’autonomia che nessun tentativo di influenza commerciale ha mai scalfito. Quando “L’Indice” è nato, e i suoi modelli ideali furono il “Times Litterary Supplement” e la “New York Revue of Books”, il suo ruolo era davvero rilevante perché copriva una evidente carenza dell’informazione culturale; nel tempo, questa carenza è andata progressivamente corretta, e noi abbiamo allora spostato il nostro ruolo in un terreno più aperto, dove la produzione letteraria diventava esplicitamente l’opportunità per offrire spazi di intervento autoriale nel dibattito culturale e politico che l’attualità proponeva al nostro paese. Ho voluto specificare “intervento autoriale” perché è qui che si mostra la chiave di lettura: anche nel terreno della comunicazione elettronica, noi proponiamo una selezione attuata attraverso una prospettiva critica, nella quale evidenziamo la problematicità che ciascun intervento analizza e sviluppa . La scelta degli interventi proposti a chi vorrà seguirci offrirà quindi un panorama aperto ma dinamico, che integrerà la lettura e la selezione con la disponibilità del lettore alla dialettica d’un giudizio mai predefinito.
mc