Librarsi leggeri nel vento
recensione di Chiara Dalmasso
Lafcadio Hearn
LE FARFALLE DANZANO E LE FORMICHE SI INGEGNANO
a cura di Alessandra Contenti
pp. 161, € 14,50
Exòrma, Roma 2017
Lafcadio Hearn fu un giornalista e scrittore irlandese che dopo aver vissuto e lavorato in Europa e in America, nel 1890 si trasferì in Giappone per sottrarsi al materialismo occidentale e abbracciare tutte le suggestioni della cultura nipponica, all’epoca non così nota né particolarmente apprezzata. Cavalcando l’onda delle tendenze di oggi – dove l’interesse per il pensiero orientale si è diffuso ampiamente nell’Occidente globalizzato – Exòrma inaugura la stagione autunnale con un libro che è un elogio della Natura, da riscoprire nei suoi aspetti più minuti, e dunque più preziosi. Con la curatela di Alessandra Contenti, Le farfalle danzano e le formiche si ingegnano raccoglie una selezione di otto brani, estrapolati da Insect studies di Hearn (un volume di testimonianze e ricerche sul mondo degli insetti), per la prima volta tradotti in italiano.
Con un approccio poco entomologico e molto aneddotico, l’autore parte da una serie di micro-storie incentrate ciascuna su un insetto protagonista, per costruire un prosimetro lieve e fruibile, nel quale le parti in prosa, raccontini d’ispirazione popolare, si accompagnano a catene di haiku – forme poetiche brevi tipiche della tradizione giapponese – dedicati all’insetto considerato. È il rispetto che la cultura orientale manifesta nei confronti della natura a generare la possibilità stessa dell’esistenza di storie come queste; storie nelle quali gli uomini si arricchiscono sfruttando la sapienza delle formiche, esseri laboriosi e instancabili; brevi riflessioni in cui l’autore si augura di essere sepolto in un cimitero popolato da zanzare; corollari di poesie d’amore dedicate alle lucciole o incentrate sulle note stridenti del canto di una cicala.
Il libro di Hearn invita il lettore contemporaneo a compiere due movimenti opposti ma complementari: lo spinge a scegliere, rispetto al grande tema della natura, una postura che è nel contempo distante e vicina. Da un lato, la particolarità dell’argomento e soprattutto la modalità di approccio ad esso, suggeriscono di adottare un punto di vista altro, di osservare da lontano e ammirare con sguardo estatico un mondo mitico, una sorta di Eden ormai estinto e irrecuperabile. D’altra parte, però, immedesimarsi in farfalle che danzano o in formiche che si ingegnano, immaginare di librarsi leggeri nel vento o di vivere in armonia con i propri simili nelle più remote profondità telluriche potrebbe essere un’ottima terapia di momentanea estraniazione dal progredire frenetico della realtà circostante: sfruttare il tempo necessario alla lettura, immergersi a capofitto, lasciarsi cullare dalla sacralità della poesia, per tornare a proteggere dalle minacce dell’immanente quello spiraglio sulla trascendenza che forse consente ancora di intravedere la bellezza.
chiara.dalmasso92@gmail.com
C Dalmasso è critico letterario
Mollare gli ormeggi su rotte non convenzionali: per conoscere la casa editrice Exòrma leggete il racconto di Orfeo Pagnani.