Ali Smith – Voci fuori campo

Straordinario come l’Alhambra

di Gabriella Dal Lago

dallo Speciale Estate 2017

Ali Smith
VOCI FUORI CAMPO
trad. dall’inglese di Federica Aceto
pp. 327, € 16,50
Edizioni Sur, Roma 2017
disponibile su IBS

Ali Smith - Voci fuori campoA meno di un anno dall’uscita di L’una e l’altra, Ali Smith ritorna nelle librerie italiane con Voci fuori campo; un romanzo che esce d’estate e che parla di estate, già dalla copertina così gialla di Bigsur, su cui è riportata anche la dicitura di “finalista al Booker Prize”.
In villeggiatura nella campagna del Norfolk, la famiglia Smart è a pezzi: tensioni profonde minacciano non solo l’unità del gruppo familiare, ma la stabilità di ogni suo componente. Astrid Smart (o Astrid Berenski?, si chiede, sempre in bilico tra il cognome del padre che l’ha abbandonata e quello dell’uomo che non è riuscito a sostituirlo) è una dodicenne silenziosa che riprende le albe attraverso una videocamera; suo fratello, Magnus, cova il segreto di una colpa inconfessabile chiuso nella propria camera da letto. Anche gli adulti si rintanano nella solitudine: nel capanno del giardino, Eve sta sdraiata sul pavimento a fingere di scrivere un nuovo romanzo, mentre il professor Michael Smart si chiude nel proprio ufficio a sedurre studentesse. A calpestare i cocci e invadere le macerie degli Smart arriva Ambra: una zingara, una bugiarda, una sconosciuta che irrompe nella casa vacanza degli Smart, catalizzando paure, fascinazioni e desideri dei membri della famiglia.
La narrazione di Ali Smith costruisce architetture complesse: come l’Alhambra, lo straordinario palazzo di Granada, un “palazzo fatto di palazzi”, uno spazio costruito con l’accumulo di spazi diversi, così si muove Voci fuori campo, che già dal titolo rimanda a un’idea di narrazione corale.

Articolato in tre sezioni (L’inizio, Nel mezzo, La fine), ogni sezione è composta da cinque capitoli: ogni capitolo è narrato dal punto di vista di uno dei quattro personaggi. Sono voci, come dice il titolo, che parlano in modi diversi: i capitoli, in terza persona, presentano tratti stilistici, particolarità linguistiche, variazioni di ritmo e di punteggiatura che identificano uno stile per ogni personaggio. La pagina si trasforma, il testo si disegna in strane geometrie, compone poesie, lascia spazi bianchi. Tra queste voci si insinua quella di Ambra: l’unica a parlare in prima persona, l’unica a non parlare di ciò che succede ma di ciò che è stato (della propria nascita; di palazzi lontani; di un vecchio cinema).
Dal pieno al vuoto, dall’estate verso l’autunno, dalla sicurezza all’abbandono: la famiglia passa attraverso Ambra, che silenziosamente scompare così come era apparsa, perde molte cose, e ne ritrova molte altre.

G Dal Lago è redattrice editoriale