Una ghirlanda d’oro senza fine
recensione di Bianca Maria Paladino
dal numero di maggio 2018
Severino Cesari
CON MOLTA CURA
pp. 431, € 19
Rizzoli, Milano 2017
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“Ma ce ne vuole di coraggio, o almeno ce n’è voluto molto a me, prima di decidermi a scrivere di un evento che ha cambiato le mie giornate e l’intero modo di vivere e lavorare, costringendomi a discipline e terapie aggiuntive, rispetto ad altre che devo seguire”. Con questa dichiarazione comincia il racconto della terapia oncologica che diventa Con molta cura, ma anche del geniale esperimento umano ed editoriale, l’ultimo che Severino Cesari, editor e autore, recentemente scomparso. Il libro è prezioso per due ragioni: per il messaggio esplicito che la terapia medica è necessaria e va affrontata con metodo ed efficienza, ma diventa cura se presuppone l’amore di quelli che ti circondano e ti sostengono in una “ghirlanda magica, un rimandarsi continuo”. Ciò consente una vita “non minore” che dà forza al corpo che resiste, profondità al pensiero e al sentimento di gratitudine verso ogni persona e cosa. Un libro, consegnato dall’autore alle stampe in limine vitae, che diventa un testimone nelle mani dei lettori presenti e futuri, di quelli che hanno dialogato con lui attraverso facebook dal 2015 al 2017 del suo male e di altro e di quelli che ne conosceranno il prezioso, emozionante, gioioso contenuto con il mezzo di lettura più tradizionale. È la prova del profondo impegno civile ed umano di un editor della tradizione einaudiana: a lui e a Paolo Repetti si deve “Stile Libero”, collana dalla ormai ventennale sperimentazione di linguaggi, scoperta di nuovi autori, tendenze e avventure della letteratura contemporanea. Attento a individuare testi e talenti anche attraverso i social network, i siti che proponevano autori inediti, cercava le voci della comunicazione contemporanea e quando gli sembrava di averne trovata una nuova ed originale la saggiava leggendone il testo ad alta voce, cioè ascoltandone l’eco. Se suonava all’orecchio, funzionava.
Due sono le chiavi di volta per capire e apprezzare il libro: una è appunto l’ascolto dei sentimenti, delle indicazioni terapeutiche, delle ragioni degli altri, della natura, della sofferenza del proprio corpo di cui si accetta la parte malata, delle citazioni di testi, del racconto di come si fanno i libri, della gioia e della fatica di vivere e di lavorare, dello stare insieme; l’altra è il colloquio, l’intima conversazione con il lettore. Tale forma era già stata sperimentata da Cesari in un testo vitale per chi voglia capire che cos’è e come funziona una grande casa editrice (Colloquio con Giulio Einaudi, pubblicato nel 1991 con Theoria e appena ripubblicato da Einaudi, pp. 240, € 18, Torino 2018).
Con i due percorsi adottati, dunque, (il network e il libro) Severino Cesari da una parte ci rende partecipi dell’impegno costante con cui ha vissuto e di come si possa degnamente guadagnare ogni giorno alla vita, di prendere parte a essa perché è grazia e bellezza, “che solo chi è passato per l’inferno può esprimere”; dall’altra è la prova, fino in fondo, di quanto abbia creduto nel suo mestiere. Egli ha dimostrato che la scommessa del futuro dell’editoria non è questione di mezzi di comunicazione, ma di contenuti. Naturalmente bisogna capire la differenza di ricezione che i mezzi impongono e bisogna soprattutto vivere e lavorare con cura. “Così nei romanzi, così nel mondo grande. Le migrazioni sono la grande ferita, il grande dolore, possono diventare non solo la grande misericordia ma la grande occasione del nostro tempo”. Il 7 settembre, dopo il moltiplicarsi di nuove cure, il “tesoro che mi porta fuori dal tempo è la lettura”; il 10 ottobre: “Unico sollievo le due-tre ore di lavoro al mattino… ho deciso con ferrea determinazione di rimettere mano al mio libro sulla Cura… conto di finirlo presto. E mi rende felice, lavorarci in quelle poche ore benedette”. Poi la dedica e l’augurio finale “possa (l’affetto che mi date) … tornare a ciascuno accresciuto della vostra energia, della vostra tenerezza in una ghirlanda d’oro senza fine. Una promessa: fino a che le forze lo permetteranno, io non vi lascerò mai”.
bianca.maria.paladin@alice.it
B M Paladino è studiosa dell’industria editoriale