Livio Santoro – Piccole apocalissi

Schizofrenie della fine

di Corrado Iannelli

Livio Santoro
PICCOLE APOCALISSI
pp. 78, € 11,
Edicola Ediciones, Ortona CH 2020

Che cos’è la fine del mondo? Gli studi sulle apocalissi di Ernesto de Martino pongono l’attenzione sul rischio di deriva di “certe forze che cospirano alla sua fine”: il mondo finisce nel mancato confronto della civiltà con la propria finitezza, nel generale smagliarsi intersoggettivo. La cifra cardine di questa deriva vive “nell’alternativa che il mondo deve continuare ma che può finire, che la vita deve avere un senso ma che può anche perderlo per tutti e per sempre”. La manifestazione estrema di questo rischio può assumere talvolta sembianze psicopatologiche: un insieme di elementi non collocabili in nessun orizzonte culturale, risultato di un processo storico cui il soggetto resta estraneo.

Le quarantotto micronarrazioni che compongono Piccole apocalissi di Livio Santoro si assumono la responsabilità di questa deriva: introducono soggetti o ambienti, assecondano l’intervento delle forze che cospirano alla loro fine e ne sorvegliano le conseguenze narrative deformanti. Nel solco degli Angeli minori di Antoine Volodine, questi racconti fissano in prose brevissime mutamenti bizzarri, trasfigurazioni di coscienze minori e catastrofi banali, strutturate secondo un movimento progressivo di estraneazione a partire da un movente realistico, in direzione di un sentimento di non familiarità simile alla minaccia di diventare pazzi. I dettagli apportano sollievo e fanno tesoro del lirismo, delle atmosfere della letteratura ispanoamericana, che Santoro studia e alla quale è dedicata la collana “Gli Eccentrici”, che dirige per la casa editrice Arcoiris.

Lo speranzoso accumulatore di barattoli di vetro trasparenti e i mostri che abitano la caverna, un’estate tanto lunga da raggiungere il momento della sua stessa narrazione, La gatta proverbiale e i nomadi del Farharhar che “confidano fermamente nell’oblio”, la nuova nascita di un figlio di Dio che non viene per salvare gli uomini e un giovane accademico che si lancia dalla torre del sapere, sono solo alcune delle “esperienze vissute di fine del mondo” contenute in questa raccolta d’esordio. A livello rappresentativo funzionano come morte e rinnovamento nelle conversioni esistenziali schizofreniche: i soggetti prendono forma atrofizzati da un “essere-agiti-da”, dove un trauma personale vale un’epidemia. Il pensiero progettuale e il riconoscimento, impediti dal proliferare delle immagini, inducono il lettore a una partecipazione magica in relazione a un’esperienza della realtà mutata di struttura.

corradoiannelli@hotmail.it

C. Iannelli è italianista