Dubbi, perplessità e imbarazzi solo al femminile
di Carla Colussi
Lavorando in una libreria per ragazzi e girando biblioteche e scuole, ho notato l’incredibile aumento di libri sul corpo e sulla sessualità, la maggior parte usciti negli ultimi due anni. Come mai così tanti? Di cosa parlano? Come ne parlano? Mi sono messa a leggere, e queste sono le mie riflessioni. La prima cosa che mi pare importante sottolineare è una contraddizione. Da una parte abbiamo diversi libri che nascono con la volontà di accompagnare i preadolescenti e gli adolescenti verso una sessualità serena e verso la conoscenza del proprio corpo, dei propri desideri e dei desideri dell’altro e dell’altra. Libri che si basano sulla convinzione che un libro sui rapporti e sul corpo che cambia non debba parlare solo di sesso inteso come atto sessuale. Sono così Questo libro NON parla di sesso, scritto da Erika Moen Matthew Nolan (traduzione di Maria Teresa Sirna, Sonda 2022) e Sex education, basato sulla famosa serie televisiva britannica che porta lo stesso nome (prefazione della creatrice della serie Laurie Nunn, traduzione di Laura Scolari, Il Castoro, 2021). Entrambi i libri parlano a ogni persona, senza identificarla con un sesso o con un genere: Questo libro NON parla di sesso usa lo schwa, Sex Education usa principalmente il termine persona e mai ragazzo o ragazza. Trovo entrambe le scelte di non secondaria importanza. Sia Questo libro NON parla di sesso sia Sex Education invitano alla scoperta del proprio corpo (tutto, in ogni modo e senza tabù) e del corpo dell’altro/a; affrontano il tema del rispetto di sé e delle altre persone, sottolineano l’importanza del consenso, si soffermano a riflettere su affettività, emozioni e più in generale rapporti umani. Raccontano l’amicizia, invitano a capire che tipo di amici si è e che tipo di amici si vuole, esortano a non vergognarsi se a volte si ha piacere nello stare soli. Cercano di scardinare stereotipi di vario genere, come quelli sulla bellezza/bruttezza, sulla diversità e sulla disabilità. Cosa forse ancora più importante, affrontano il concetto di identità di genere. Non sono dei saggi ma narrazioni che usano forme miste: Questo libro NON parla di sesso è una via di mezzo tra fumetto e taccuino, Sex Education usa i protagonisti della serie televisiva e mescola le immagini prese dalla serie con le illustrazioni dell’artista australiana Fionna Fernandes (che ha uno stile “epicamente colorato, luminoso e divertente”, come dice lei stessa sul suo sito). In entrambi i casi il risultato è accattivante e divertente ma contemporaneamente molto serio grazie a informazioni, indicazioni terapeutiche e consigli.
D’altra parte abbiamo un notevole numero di libri che parlano di mestruazioni e primi amori adolescenziali e che si rivolgono principalmente alle ragazze senza che ci sia un loro corrispettivo rivolto ai maschi. Se è vero che il menarca segna un confine tra il prima e il dopo, mentre per i ragazzi i cambiamenti sono più graduali, è pur vero che la mancanza d’attenzione verso i maschi rivela a mio parere un’ambiguità. Se il non parlare delle mestruazioni e il considerarle invalidanti e impure ha emarginato le donne per secoli, il concentrare l’attenzione solo sul corpo femminile non è segno di un maschilismo mal sopito? Parlare d’amore, di emozioni e dubbi, narrandoli sempre dal punto di vista femminile, non rischia di far crescere maschi che non riescono a esprimere le loro emozioni? Non ho risposte. Una cosa è certa: i libri che parlano di mestruazioni e di primi amori si rivolgono solo alle ragazze e sono acquistati maggiormente, se non esclusivamente, dalle ragazze o per le ragazze. Cito ad esempio tre libri, due che mettono al centro della storia le mestruazioni, uno che parla di amore.
Per sempre, di Assia Petricelli e Sergio Riccardi (Tunuè 2020), è ambientato nell’Italia degli anni novanta e racconta l’estate di un gruppo di ragazzi e ragazze. Voce narrante è Viola, una ragazza in vacanza con i genitori e il fratello. Il corpo che cambia, il costume che scopre i supposti difetti, i ragazzi, i bagni, le cotte e l’amore. Già: l’amore! Il graphic narra come alle volte capiti di confondere l’amore con il possesso e come esistano tanti tipi di coppie. Narra anche la violenza di chi pensa che, poiché maschio e piacente, non possa ricevere rifiuti. Il punto di vista della narrazione è esclusivamente femminile. Allo stesso modo Rosso è bello, scritto da Lucia Zamolo (traduzione Anna Patrucco Becchi, Sonda 2020), si rivolge esclusivamente alle ragazze: in nessun momento è mostrato il punto di vista dei ragazzi. Alle ragazze si rivolge anche un altro graphic novel, È tutto un ciclo, scritto da Lily Williams e Karen Schneemann (traduzione di Maria Laura Capobianco, Il Castoro, 2020). Rosso è bello e È tutto un ciclo parlano di mestruazioni, che ovviamente riguardano i corpi femminili; ma l’escludere completamente lo sguardo maschile mi pare in contraddizione con quel non voler mettere confini che è alla base delle riflessioni di questi anni. Il primo, scritto e illustrato come un diario personale, racconta alle ragazze il corpo che cambia e le mestruazioni in modo divertente, per infrangere alcuni tabù (forse dimenticandosi che molto è stato fatto negli anni settanta); il secondo affronta le mestruazioni all’interno di una storia di scuola e di amicizia al femminile. Mentre Rosso è bello è un vero e proprio vademecum su ciclo e mestruazioni, oltre che sulla contraccezione, È tutto un ciclo è soprattutto la storia di tre amiche che affrontano un nuovo anno scolastico e di una quarta ragazza che arriva nella scuola e deve ambientarsi. L’arrivo della prima mestruazione per una di loro e il distributore degli assorbenti, ancora una volta, vuoto sono lo spunto per l’inizio di una lotta importante che le ragazze vogliono portare avanti: il diritto ad avere assorbenti gratis a scuola. La discussione porta a una serie di riflessioni: perché gli assorbenti costano così tanto? Perché le mestruazioni sono un tabù? Decidono di agire.
Interessanti sono anche le pubblicazioni che si rivolgono ai più piccoli. Due titoli spiccano, Il libro che ti dice proprio tutto sui maschi e sulle femmine di Françoize Boucher (traduzione di Rosa Vanina Pavon, Il Castoro 2019) e Cos’è il sesso, scritto da Francesca D’Onofrio e Silvio Montanaro, illustrato da Luisa Montalto e pubblicato da Momo Edizioni a gennaio di quest’anno. Il primo, con una grafica coinvolgente e molto colorata, vuole compiere insieme ai suoi giovani lettori un primo passo verso lo smantellamento dei luoghi comuni e degli stereotipi di genere, ma a mio parere ci riesce solo in parte. È incentrato soprattutto sul concetto di eguaglianza tra maschi e femmine, fa un leggerissimo accenno all’omosessualità. Divertente, ironico e spassoso, forse è un po’ troppo solo rosa e azzurro. Immagino che l’autrice rivolgendosi ai più piccoli non abbia voluto affrontare pienamente alcuni temi, ma così facendo è caduta inevitabilmente in alcuni stereotipi. Il secondo si rivolge ai bambini e alle bambine ma anche ai genitori; l’età è a loro discrezione. Dal punto di vista della struttura narrativa, direi che può essere letto bene dagli otto anni. Con uno stile pulito, chiaro e senza giri di parole racconta ai bambini il sesso, partendo dalle sensazioni di piacere o di dolore che ci dà il nostro corpo, parlando di ogni fase del rapporto sessuale e dei mutamenti cui il corpo è sottoposto con l’adolescenza. Racconta anche come il sesso non sia strettamente legato alla procreazione e come fare l’amore sia un concetto che esprime molti modi di stare insieme, senza limiti o miti; non fa accenno all’omosessualità, ma non la esclude, usando sempre i termini “persona” o “persone”. Le illustrazioni di Silvia Montalto sono vivaci, allegre e disinibite, raccontano una sessualità allegra e giocosa. I bambini che racconta Montalto potrebbero essere sia maschi che femmine, senza stereotipi. Un buon libro per dialogare con i bambini e le bambine.
In chiusura cito un graphic che mi ha affascinata: Pelle d’uomo, di Hubert e Zanzim (traduzione di Francesco Savino, Bao Publishing Edizioni, 2020). Ambientato nell’Italia rinascimentale, racconta di Bianca, promessa sposa a Giovanni. Bianca e Giovanni non si sono mai visti. Bianca dubita, vorrebbe conoscere meglio il suo futuro marito; le donne che la circondano sembrano considerare normale sposarsi senza amore. Tutte, tranne la madrina di Bianca. Sarà lei a far conoscere alla ragazza il segreto delle donne della sua famiglia: una pelle d’uomo che indossata trasformerà Bianca in un maschio a tutti gli effetti. Sarà così che la giovane conoscerà il vero mondo degli uomini e potrà amare. Affatto banale, Pelle d’uomo andrebbe proposto ai ragazzi e alle ragazze delle scuole secondarie di secondo grado.
Concludo con una riflessione nata da queste letture. Mi resta la sensazione che, tranne alcune eccezioni evidenziate, quando si parla d’amore e di corpo si tenda a parlare alle ragazze. Per esempio in Per sempre non solo, come ho detto, si parla dell’amore dal punto di vista femminile perché si narrano le emozioni e le aspettative delle tre ragazze protagoniste, ma anche perché le figure maschili sono piatte e stereotipate. Le figure di Gabri (il gelosissimo ragazzo di Valeria che aspetta che lei lo chiami ogni giorno, amatissimo dai genitori perché appartenente a una “buona famiglia” ma di fatto violento) e di Fabrizio (il ragazzo che tenta di stuprare Viola) sono lontane dall’essere a tutto tondo e complesse. Perché Gabri concepisce l’amore solo come possesso e rapporto esclusivo? E perché Fabrizio non sa che cosa è il consenso? Se rispondiamo “perché sono stati educati così” vediamo solo una parte del problema. Perché nel graphic non vengono raccontate le loro insicurezze e le loro paure? Perché in È tutto un ciclo i ragazzi sono rappresentati solo come belli o brutti e come possibili fidanzati? Ai ragazzi non interessano le lotte delle loro compagne? È proprio così? Girando le scuole, non mi pare proprio.
È arrivato il momento di approfondire: sogno un graphic con quattro/cinque personaggi (maschi e femmine) che dialogano di amore e sesso, di corpo che cambia, di mestruazioni e prima eiaculazione, raccontandosi dubbi, perplessità, imbarazzi, paure, incapacità di accettare che l’altro o l’altra possa non corrispondere.
carlacolussigir@gmail.com
C. Colussi è libraia, formatrice, esperta di letteratura per ragazzi