La stella rossa di Ivan e La sfolgorante luce di due stelle rosse
recensioni di Giulia De Florio
dal numero di dicembre 2017
Janna Carioli e Otto Gabos
LA STELLA ROSSA DI IVAN
Un ragazzo incontra la rivoluzione russa
pp. 224, € 14
Istos, Pisa 2017
da 8 anni
Davide Morosinotto
LA SFOLGORANTE LUCE DI DUE STELLE ROSSE
Il caso dei quaderni di Viktor e Nadya
pp. 432, € 17
Mondadori, Milano 2017
da 10 a 14 anni
Di Russia si parla ancora poco, soprattutto nei libri. Il centenario dalla rivoluzione d’ottobre sembra invece offrire il pretesto per guardare al complicato passato di un paese enorme su cui persiste una certa dose di esoticismo unito a un’oscillante esposizione mediatica di segno non sempre positivo.
La rivoluzione bolscevica
Alla rivoluzione bolscevica è dedicato il libro di Janna Carioli, La stella rossa di Ivan, terzo titolo della coraggiosa collana “Rivoluzioni”, curata da Teresa Porcella per il giovane gruppo editoriale Istos di Pisa. Autrice di grande fama e schietto orientamento ideologico, Carioli non sceglie di raccontare la rivoluzione in sé, ma un momento cruciale della storia sovietica iniziata nel 1917: l’anno della morte di Vladimir Lenin, il 1924. I due ragazzi protagonisti, Ivan e Nina, benché di estrazioni molto diverse – Ivan è figlio di poveri contadini russi di un’anonima provincia, mentre Nina proviene da una famiglia borghese ebrea vittima di pogrom – si ritrovano nella gigantesca Mosca, centro nevralgico, cuore economico e politico del paese, una città che stenta a riprendersi, sconvolta e sfregiata da due rivoluzioni, una guerra mondiale e una civile. Fame, freddo, violenza entrano negli occhi e nella pelle di Ivan, eppure il ragazzo scopre anche un altro mondo, fatto di “compagni”, cioè “qualcuno con cui fare della strada assieme”, di poeti e scrittori – Majakóvskij in primis – che rinunciano a tutto pur di dar voce alle proprie idee per costruire un futuro migliore.
La Russia nella Seconda guerra mondiale
Il 1917 funge perciò da detonatore in grado di cambiare la storia, la sua onda d’urto si riverbera in tutto il secolo breve russo-sovietico, segnato a fuoco da altri cataclismi. In La sfolgorante luce di due stelle rosse (Mondadori 2017) Davide Morosinotto, autore prolifico e sempre originale, si mette in gioco con audacia e volontà, proprio come i due protagonisti del suo ultimo romanzo, Nadya e Viktor – ancora una volta un ragazzo e una ragazza – fratelli gemelli di Leningrado. La rivoluzione sembra lontana, ora è la seconda guerra mondiale e lo spettro nazista a incombere sull’Unione Sovietica che si stringe in una difesa disperata. Il “romanzo quasi-storico” di Morosinotto, supportato da un approfondito studio del contesto – non solo bellico – sovietico, è un’avventura piena di colpi di scena proiettata sullo sfondo tragico di un paese minacciato sì dal nemico esterno, ma sprofondato in un’atmosfera di sospetto e silenzio, tradimento e terrore che attanaglia ogni cittadino, vittima potenziale della folle ragione di stato.
La grande storia della rivoluzione e della guerra si calano così nei gesti e nelle parole di quattro ragazzini, impauriti e disorientati – come saremmo tutti noi – da ciò che non comprendono e che pare davvero più grande di loro. A prevalere però, in entrambe le vicende, sono il coraggio e la capacità di restare umani in contesti dove tutto appare mostruoso e bestiale. Vince, in un’ultima analisi, l’amore, che sia tra fratelli o tra adolescenti alle prime scoperte sentimentali, o sia quell’afflato indicibile per un’idea di fratellanza e di giustizia. Vince, negli autori, l’urgenza di narrare, per parole e per immagini: il prezioso tratto di Otto Gabos – vero e proprio trait d’union della collana “Rivoluzioni” – contrappunta il testo aggiungendo emozione e densità. La grafica di La sfolgorante luce di due stelle rosse è spregiudicata e bellissima, tra collage di rodčenkiana memoria, colori a forte evocazione simbolica e fotografie d’epoca che restituiscono un mondo palpabile e autentico. Carioli e Morosinotto spalancano due finestre sul passato di una nazione ancora tutta da capire, da cui guardare – umanamente – al futuro, provando forse a renderlo migliore.
julia.deflorio@gmail.com
G De Florio insegna lingua e letteratura russa all’Università di Macerata