Nel carapace di una tartaruga
L’Accademia Drosselmeier e Alir, l’associazione delle librerie indipendenti per ragazzi, presentano libri freschi di stampa in uscita in occasione della cinquantacinquesima edizione della Bologna Children’s Book Fair che vede la Cina come paese ospite. Oltre a questi si accendono le luci sulla figura di uno scrittore cinese contemporaneo, Cao Wenxuan, vincitore del premio internazionale Hans Christian Andersen nel 2016. Se da un lato la Cina appare a molti assai invadente sul piano economico e decisa a lasciare un segno anche nel mercato dei libri per ragazzi attraverso quello che l’“Economist” ha definito il suo sharp power per contro, ci sono molti editori in Occidente interessati al dialogo. Sono in atto scambi, si traducono autori, si commissionano lavori a matite e pennelli europei. Le pagine di questo Speciale L’Indice dei Libri per Ragazzi danno conto di tali intrecci e preparano il lettore adulto che voglia avvicinare i ragazzi all’antica cultura del paese ospite. È solo un inizio, un invito a seguire le tante iniziative che si terranno sul territorio nazionale, a partire dalla città di Macerata, patria di Matteo Ricci. Queste pagine invitano a scoprire gli autori, gli illustratori che hanno lavorato in occasione di questo storico appuntamento bolognese che da oltre mezzo secolo ci consente di aprire tante finestre sul mondo. Noi adulti abbiamo letto il Diario di un pazzo di Lu Xun in gioventù e non abbiamo dimenticato il suo appello finale, “Salviamo i bambini!”, o meglio, aiutiamoli alla comprensione di un mondo vasto, quello che Marco Polo esplorò mettendosi in viaggio. Noi lo facciamo da fermi, comodamente in poltrona, o sdraiati a pancia in su o in giù come scriveva Italo Calvino nel memorabile incipit di Se una notte d’inverno un viaggiatore. Un invito ad ampliare i nostri orizzonti, un’occasione per farci portare lontano con i libri… Anche il povero, ci ricorda Emily Dickinson, può imbarcarsi, tanto è frugale il carro dell’anima.
recensione e intervista a Alessandra Valtieri di Grazia Gotti
dallo Speciale del numero di marzo 2018
Alessandra Valtieri
LE PRINCIPESSE DELLA SERA E ALTRI RACCONTI CINESI
ill. di Mauro Evangelista
pp. 120, € 14
Bompiani, Firenze-Milano 2018
Dal grande repertorio mondiale delle fiabe mondiale da tempo mancavano sugli scaffali delle librerie quelle venute dal lontano Impero Celeste. Ci ha pensato l’editore Bompiani che nella parte del suo catalogo destinato ai ragazzi, oltre che buona letteratura, presenta titoli che recuperano il fiabesco italiano e straniero. Con Le principesse della seta e altri racconti cinesi ci troviamo di fronte ad un volume che è prima di tutto molto bello a vedersi. L’occhio è gratificato dalla cura, dall’eleganza sobria e dalla preziosità al tempo stesso. Le figure sono di Mauro Evangelista, il maestro maceratese che qui veste i panni del pittore cinese. Le sedici storie sono scelte e narrate da Alessandra Valtieri, traduttrice dall’inglese e dal tedesco, studiosa e appassionata di giochi e giocattoli. L’autrice si è confrontata con il genere fiabesco in opere recenti, e con questa sua scrittura conferma una naturale propensione al racconto di sapore orale reso con pulita ed elegante scrittura. La sua voce è solenne quando deve introdurci all’epoca di una dinastia, quando ci porta a corte, così come si fa prosaica e diretta nelle scene domestiche e popolari.
La raccolta è uno straordinario baedeker per iniziare il viaggio alla scoperta della Cina, del suo modo di pensare, del suo modo di raccontare. Se Marcel Granet ci aveva detto molto del pensiero cinese, prendendo in esame le feste e le canzoni dell’antica Cina, la religione e il linguaggio dei sentimenti, questa raccolta per i giovani lettori, costituisce, a mio avviso, un primo passo, un’occasione per accendere curiosità intellettuali. Per alimentare la curiosità o il bisogno di conoscere, la lingua è strumento irrinunciabile. “La parola in cinese è ben altro che un segno che serve ad indicare un concetto. Non corrisponde affatto a una nozione della quale si tenga a fissare, in maniera per quanto è possibile definitiva, il grado di astrazione e di generalizzazione. Essa evoca un complesso indefinito di immagini particolari, facendo emergere per prima la più efficace”. Marcel Granet, nel capitolo La lingua e la scrittura fa esempi illuminanti, per me neofita della materia, e ringrazio Alessandra Valtieri per non aver dimenticato la storia della scrittura. Nel racconto L’uomo che aveva quattro occhi e la tartaruga si narra di come Cag Jie, l’uomo a cui bastava alzare gli occhi al cielo per leggere i disegni delle costellazioni e abbassare lo sguardo per scorgere le tracce più nascoste di tutte le creature della terra, trovò nel carapace di una tartaruga la chiave per giungere all’idea di racchiudere in una sola immagine le caratteristiche particolari delle cose. Nacque così un sistema di segni, così come nacquero l’arco e le frecce, il mortaio, il ventaglio, il calendario, la matematica, l’astrologia. Tanto, tanto tempo fa, in una parte del mondo dove è poi fiorita una grande letteratura. La raccolta si chiude con il racconto Sun Wukong salva i bambini, che vede protagonista lo scimmiotto nato da una pietra, dotato di grande intelligenza, coraggio, temerarietà e poteri straordinari. E qui entrano in scena Buddha, un monaco, un viaggio verso Occidente, storie di un classico della letteratura cinese conosciuto in tutto il mondo.
Come mai una traduttrice dall’inglese e dal tedesco si è trovata a scegliere storie cinesi?
Alessandra Valtieri: Mi ero già avvicinata al mondo delle fiabe traducendo le storie di Favole d’acqua, pubblicate nel 2011 da Giannino Stoppani edizioni e collaborando, in seguito, con Grazia Gotti e Silvana Sola alla selezione e alla traduzione delle favole raccolte nell’antologia da loro curata per Einaudi ragazzi Dalla terra alla tavola. Venti storie di cibo, uscita nel 2015. Nello stesso anno, su invito di Beatrice Masini, creatrice della collana Bompiani “AsSaggi”, avevo avuto la fortuna di tradurre dal tedesco La principessa Rapa e altre fiabe ritrovate, un’opera straordinaria di ricerca e ricostruzione di una parte dello sconfinato archivio di fiabe e racconti popolari lasciate da Franz Xaver von Schönwerth, appunti mai rielaborati, mai pubblicati e andati perduti per oltre un secolo, fin quando la passione e la tenacia di una caparbia ricercatrice, Erika Eichenseer, non le ha riportate alla luce. E quando Beatrice mi ha proposto di partire alla scoperta della Cina per Le principesse della seta e altri racconti cinesi, il fatto che gran parte di quell’universo di narrazioni fantastiche, di favole, di miti e leggende sia giunto in occidente a cavallo dell’Ottocento e del Novecento grazie all’opera di grandi sinologi tedeschi e anglosassoni che mi davano la possibilità di accedere a traduzioni “di prima mano” mi ha convinto ad accettare la sfida.