Facendo finta di essere qualcun altro
di Jacopo Turini
Andrea Ferrari
L’agente segreto
pp. 126, € 15,
Bollati Boringhieri, Torino, 2021
In una non meglio precisata località costiera, un agente segreto è in attesa in un motel. All’uomo, di nome Jacopo, è stato ordinato di attendere una lettera che potrebbe contenere le indicazioni per la prossima missione. L’agente segreto di Andrea Ferrari è una scorrevole spy story che rispetta le dinamiche del genere, per quanto di dinamica non ve ne sia poi troppa: è la stasi dell’attesa, infatti, a dominare la vicenda. Il gioco di atmosfere, infatti, tra solitudini, abitudini e incontri fugaci è ben riuscito soprattutto grazie alla costruzione dello spazio, agli elementi dello scenario: il motel, la pompa di benzina, la spiaggia isolata, un bar della cittadina senza nome. Lo sguardo di Jacopo, uomo consumato dal mestiere, indugia su questi spazi e sui pochi movimenti delle figure che vi fluttuano in mezzo – e con cui, progressivamente, entrerà in contatto. Il mestiere dell’agente segreto, dice il protagonista, è fatto di silenzi, di segreti e di cautele: si deve evitare di essere troppo visibili, “fluorescenti”. È un ruolo sul filo di un rasoio: ogni spostamento e ogni luogo, ogni parola e ogni viso devono essere studiati con cura. Il protagonista, per alcune caratteristiche, ricalca i cliché del detective hard boiled: la mezza età, la solitudine, il rapporto francamente problematico con le donne. Sono proprio tre figure femminili, da cui l’uomo è diversamente attratto, gli altri personaggi principali: Delphine, la proprietaria del piccolo hotel, la giovane figlia Fiorile, e la Signora del Negozio di biancheria. Ad ogni modo, Jacopo non è soltanto un personaggio duro e cinico. Nell’attesa, inframmezzata dagli incontri con le tre enigmatiche donne e da alcuni segnali inquietanti, il protagonista ricorda la storia del suo reclutamento tra le fila dell’agenzia, per la fantomatica Direzione Centrale, avvenuto tra gli scaffali della polverosa libreria paterna, dove altri agenti si scambiavano informazioni nascondendo biglietti tra le pagine dei libri. È anche per questo che il protagonista ha familiarità con la lettura e la letteratura. Niente è come sembra, nel libro di Andrea Ferrari, che infatti ha in epigrafe una frase del Libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa, “uno che scriveva facendo finta di essere qualcun altro”. La realtà, quindi, è sempre parziale, un gioco di impressioni proprie e altrui. L’agente segreto è quasi una storia di fantasmi, dove le figure del presente sono tanto labili e ignote come quelle del passato.