Il mare [/mà·re/] era il complesso delle acque salate che fino al 2090 ricopriva gran parte – circa il settanta percento – del Pianeta Terra [1]. Si presentava in diverse sfumature di blu [2]: dal celeste puro delle acque di spiaggia [3] fino ai toni Prussia dei fondali più depressi. Testimonianze sembrano legare il mare alle ferie estive [4].
Il mare costituiva un ecosistema vitale a sé, ricco di animali e vegetali marini commestibili e non, oggi estinti, che vi proliferavano immersi senza necessità d’aria. Oltre a svolgere funzioni vitali (fornitura di ossigeno, nutrimento tramite pesca [5], commerci e trasporti), il mare ritardò di oltre cento anni il Grande Esodo.
Testimonianze dimostrano attività ludiche praticabili in mare. Si veda:
- Nuotare
- Galleggiamento
- Navigazione
- Mojito
- Fare il morto.
Nel 2218 il ritrovamento del compendio Creatività e mare portò all’Operazione Blu (vedasi) per creare un mare artificiale che, osservato dagli oblò delle Capsule Stellari, imitasse la vista del paesaggio marino [6].
I tentativi si sono dimostrati, ad oggi, insufficienti.
[1] Pianeta di primo insediamento del genere umano.
[2] Stando agli sciamani, il mare rifletteva il tono del cielo, azzurro fino al 2050.
[3] Terreno, sabbioso o roccioso, che digradava verso il mare.
[4] L’estate era una delle quattro stagioni – la più calda – dell’anno terrestre.
[5] Attività umana di raccolta degli organismi marini a fini alimentari.
[6] Cfr. Portare il mare su Marte è la nostra salute mentale, Hopkin, 2301.
OPERAZIONE BLU
Si definisce Operazione Blu la campagna di Edificazione Acquifera Spaziale tentata tra il 2317 e il 2326 volta a ricreare un bacino d’acqua artificiale azzurra [1] su Marte, denominato Gel Mare.
L’Operazione Blu traeva ispirazione da ricerche scientifiche terrestri [2] da cui si suppose l’effetto tranquillante della vista di una distesa liquida blu.
La task force coinvolse professioni da ogni pianeta, compresi i Pianeti Nuovi [3] , e un Consiglio di Negazionisti come portatori di senso critico.
Forse anche a causa del potere disfattista di quest’ultima congrega – intellettuali legati alla Meditazione Trascendentale dedicarono un pezzo di Nano Journalism all’argomento [4] – l’Operazione, effettivamente, fallì.
Nel 2321 fu chiaro che la gelatina bluastra non avrebbe legato con la crosta rocciosa per errata composizione chimica. Il conseguente distacco del Gel Mare impossibilitò il riscaldamento della superficie, con successiva solidificazione in forma di lente a contatto [5] e decadimento a spazzatura galattica di cui, nonostante numerose proteste, si ignora ad oggi la deriva.
Salutata alla seduta del Parlamento Spaziale con pernacchie e urla in spazio-visione, l’Operazione Blu fu dichiarata ufficialmente fallita nell’anno 2326. Altri tentativi, come il Mar Vivo (vedasi), furono realizzati nell’ambito del cosiddetto Inseguimento del mare da parte degli umani.
Il sito destinato al Gel Mare fu infine dipinto di colore blu grazie all’intervento di alcuni minorenni vicini agli Ambientalisti Spaziali [6].
[1] Qualcosa di simile al mare (vedasi).
[2] Cfr. The ‘Blue Gym’: What can blue space do for you and what can you do for blue space?, White, Pahl, Wheeler, Fleming, Depledge, Cambridge University Press, 2016.
[3] Particolarmente attivi furono i pianeti β14, θ2 e λ27.
[4] Cfr. I Negazionisti hanno attratto il fallimento del mare, @NanoJournalism, 2320.
[5] Dispositivo medico a forma di calotta usato da ipovedenti fino al 2040 ca.
[6] L’iniziativa è da ricondurre all’associazione Pencils for Future.
MARE VIVO
Mare Vivo è stata un’opera d’arte sociale dell’artista Bjorn Vott [1] che, a seguito del fallimento nel 2326 dell’Operazione Blu (vedasi) si dedicò alla progettazione di un’esperienza simulata del mare (vedasi).
Raccolte diverse testimonianze percettive, Vott realizzò una Piattaforma Stellare Artistica inaugurata nel 2340 nei pressi del Pianeta θ1.
I visitatori erano invitati a indossare visori VR, guanti e tute tattili per ritrovarsi “in mare”. La proiezione prevedeva la libertà di muoversi in uno spazio marino che simulava, a scelta, tra:
- nuotata nei pressi di una costa corredata di edifici abusivi [2];
- immersione tra i fondali marini per scoprirne la biodiversità [3];
- navigazione in barca a vela con possibilità di tuffo [4].
Negli anni l’esperienza fu affinata. Fu possibile “assaggiare” il mare – è noto che quello terrestre era salato – o immergersi fin dentro la Fossa delle Marianne [5], catturare un polpo [6] a mani nude e assaggiarne lo spettro gustativo ricostruito artificialmente o anche sperimentare sensazioni più semplici, come la flatulenza in acqua.
Nel tempo, Mare Vivo fu percepito come parco divertimenti della domenica. Presto però si registrarono casi di forte e drammatica dipendenza dall’attrazione che non risparmiarono nemmeno l’artista. Provveduto alla deflagrazione della piattaforma per quiete spaziale, Vott si tolse la vita riempiendo la propria tuta di acqua chimica salata. Sull’OLO-screen della sua Capsula era impresso il messaggio: Come abbiamo potuto perdercelo?
[1] Artista uomo-donna del Pianeta θ9, nascita e morte 2291 – 2348.
[2] Edifici costruiti a ridosso del mare. Provocarono crolli di tratti costieri terrestri.
[3] Varietà degli organismi terrestri, 100 milioni fino al 2050, oggi meno di 7 milioni.
[4] Atto di saltare dentro un banco d’acqua con uno slancio potenziato dalla gravità.
[5] La più profonda delle fosse oceaniche terrestri, oggi canyon.
[6] Animale marino tra i più intelligenti; si estinse tra i primi per cecità da ipossia.