recensione di Camilla Valletti
Graziano Graziani
Taccuino delle piccole occupazioni
pp. 232, € 14,50
Tunué, Latina, 2020
Graziani Graziani di mestiere fa il conduttore radiofonico: e infatti si percepisce nel suo scrivere a onde larghe come l’oralità, il monologare ad alta voce, sia proprio la cifra del suo stile. In questo straniato romanzo, compare un unico personaggio. Girolamo. Un personaggio che ha dentro di sé la moltitudine, secondo una nota idea di Fernando Pessoa, cui Graziani guarda come ad un maestro. Girolamo potrebbe essere un alter ego di Graziani, cui Graziani aggiunge un doppio, e poi ancora, non pago, gioca a impressionare sulla pagina le sue diverse stagioni di vita. Adolescente, maturo, anziano, il lettore non sa mai a che punto si sia con l’ordine diacronico dei fatti. Graziani infatti si diverte a mescolare le carte pur rappresentando un uomo legato all’ordine, un conservatore consumato cui stride il mutamento, il mutamento dei luoghi, degli affetti. Girolamo non sa prendere decisioni tanto che si procura una forma grave di narcolessia pur di non dover scegliere, Girolamo ama da sempre Viola ma quando la incontra per strada fatica a riconoscerla, Girolamo è agnostico eppure una misteriosa paura lo prende alla gola durante la notte. E chissà che in tarda età non possa convertirsi. E così via, in un susseguirsi di guizzi, rincorse, capovolgimenti di senso.
Graziani consegna al lettore un libro curioso, sulla scia di una letteratura lieve nella forma ma spaesante nei contenuti. Girolamo è un personaggio alle prese con un’identità fluida, sempre minata dalla necessità di trovare conferme all’interno di un mondo, di una comunità, di un tempo che evolve troppo in fretta. Lasciando indietro Girolamo e le sue bizze, proprie di un uomo con troppe qualità.
E tra tutte quelle che gli si possono riconoscere certamente la principale è la capacità di inventariare le cose, le persone, i sentimenti. La libreria da scegliere per una camera troppo piccola, i documenti da rifare, i bambini di passaggio, l’ala di un amore durevole come l’eternità ritrovato in un volto, negli occhi, di una ragazza invecchiata.