di Redazione online
Il laboratorio Lalineascritta è nato nel 1993, tra i primi in Italia a insegnare scrittura creativa. Come è nata la scuola e, soprattutto, come si è strutturata e trasformata nel corso degli anni?
Nel 1993 eravamo davvero in pochi a occuparci di scrittura creativa: a Napoli e al sud non c’erano corsi attivi, dunque Lalineascritta partiva in regime sperimentale, per molti anni sono stata l’unica docente della scuola e ho contribuito a modellarne e fissarne il metodo. Siamo stati ospiti di librerie, asili, associazioni. Se al principio avevamo aule di dieci o venti persone, siamo arrivati ad avere aule anche di quaranta studenti. Da quasi due anni abbiamo finalmente una sede nostra, a Napoli, in Galleria Vanvitelli, al Vomero. Se il grosso dell’attività di formazione si svolge in Campania, con studenti di ogni età (bambini, ragazzi, adulti, pensionati), di ogni provenienza sociale e culturale, è anche vero che stage e workshop residenziali si tengono in numerose città italiane e che con i corsi in diretta web abbiamo allievi dal Giappone a Malta, dalla Spagna alla Francia, alla Svizzera.
Lalineascritta nasceva 27 anni or sono per rispondere a un vuoto formativo e oggi risponde alle esigenze più diverse, incluse quelle di professionalizzazione, come succede con il master SEMA dedicato ai mestieri della scrittura, il primo nel Sud Italia, realizzato con l’Università “Suor Orsola Benincasa”, che già alla prima edizione ha portato una delle tirocinanti ad uno stage retribuito in Mondadori. Chi cerca altri lettori con cui incontrarsi, chi si vuol conoscere meglio attraverso la scrittura, chi vuol professionalizzare la propria scrittura o entrare nel mondo del libro trova, dunque, ne Lalineascritta diverse chiavi d’accesso.
La sua è una scuola multidisciplinare – con corsi e progetti che vanno dalla narrativa, alla drammaturgia, alla scrittura per il cinema e la televisione – ma l’approccio di base sembra essere comune, ossia “accompagnare, indirizzare, stimolare le arti nascoste o seppellite in noi”. Può spiegarci meglio in cosa consiste il “metodo Lalineascritta”?
Se per i corsi di editoria che proponiamo l’obiettivo è rendere fruibile un mondo che porta al lavoro, con i suoi segreti d’arte e le sue regole, per tutte le altre forme che insegniamo il metodo comune è di stampo rinascimentale: far dialogare sempre tutte le arti fra loro. Non posso scrivere buoni racconti o ottimi romanzi se non vado a teatro, non conosco il cinema, ignoro le arti visive. Allo stesso modo, non posso scrivere per il teatro ignorando le altre forme d’espressione, né fare cinema senza le stesse condizioni. La base del nostro lavoro è maieutica: che si tratti di superare la paura del foglio bianco di portare a termine un progetto a lunga scadenza, il primo strumento siamo noi stessi: la disciplina della scrittura, la via per la profondità. Il metodo de Lalineascritta, che sta diventando libro, è un percorso di ascolto delle persone e di guida attenta, oltre che di mera istruzione.
Nella presentazione della scuola si legge anche che lo scopo principale è alimentare la passione per la parola, scritta e letta. Che importanza ha l’educazione alla lettura nei suo corsi?
Leggere è tutto. Non è un caso che da sette anni Giuseppe Montesano, fra i massimi scrittori italiani, sia parte della nostra squadra, con le sue preziose lezioni dedicate ai grandi classici della letteratura. Non si scrive senza leggere, per scrivere bene, in qualsiasi forma lo si voglia fare, leggere è essenziale. I nostri corsi offrono una sollecitazione spasmodica alla lettura e molti corsisti affermano, non a caso, di uscire dalle nostre aule innanzitutto come lettori migliori e molto più esigenti.
Per uno scrittore esordiente, e i generale per tutti coloro che usano la scrittura e la parola nel proprio lavoro, quanto è importante la lettura? Ritiene che ci sia un canone di letture imprescindibile per chi vuole imparare a scrivere? Quali sono gli autori, italiani e stranieri, che “assegna” nei suoi corsi?
Spesso facciamo formazione in ambiti non creativi, in aziende pubbliche o private e lo scopo della formazione riguarda le scritture funzionali, quelle non strettamente espressive ma che devono giovarsi delle discipline creative e delle regole retoriche e della lingua in egual modo.
Usare con consapevolezza la parola scritta per creare come per lavorare costruisce scriventi (e parlanti) e scrittori di qualità superiore.
Non si possono scrivere buoni racconti senza aver letto Cechov, Maupassant, O’ Connor, non si possono scrivere opere di narrativa limitandosi a leggere Carver senza aver letto Balzac, Bulgakov, ignorando addirittura Flaubert. Una perfetta conoscenza della letteratura mondiale fonda le basi per una buona scrittura. Sicuramente, non si troveranno nelle nostre aule scritture alla moda, a meno che non siano davvero valide.
Si può imparare a essere scrittore?
Si apprende la disciplina, si impara un metodo, si studiano le regole della lingua e della forma.
Il talento, questo oggetto incommensurabile e misterioso, lo si possiede in diversa misura: la lunga esperienza dell’insegnamento ti insegna a riconoscerlo. Tuttavia, il problema è renderlo noto a chi lo possiede senza che lo disperda o si convinca che, possedendolo, non ha bisogno di studiare. Si diventa ciò che si è destinati ad essere ma senza studio, guide, allenamento e letture spesso si fallisce l’obiettivo, si perde l’occasione.
Ha più volte dichiarato di essere contro le “tendenze editoriali” e che i suoi allievi non vengono indirizzati “in modo programmatico” per pubblicare. Ma quali sono le strade che un esordiente deve percorrere per arrivare alla pubblicazione?
Fra il 2020 e il 2021 due nostri ex allievi usciranno per Giunti e Mondadori. Non sono i primi che arrivano a grandi case editrici. A volte li accompagniamo fin sulla soglia dell’editore e a casa dell’agenzia che li curerà. L’importante è che arrivino con una voce ben distinta, in grado di proseguire nonostante le difficoltà del mercato. Scegliere un percorso utile, imparare una disciplina, lavorare allo spasimo: se ci sono queste condizioni un editore si trova, prima o poi, anche quando non si è alla moda.
Ci racconta l’offerta formativa del 2020 e quali sono le novità della scuola?
Il nuovo anno de Lalineascritta offre, oltre ai corsi di narrativa biennali, un percorso al tutoraggio del romanzo che dura un anno e porta chi ha un libro in fabbrica a perfezionare e concludere il lavoro confrontandosi con agenti del mondo editoriale; numerosi percorsi per formarsi all’editoria (workshop e corsi trimestrali con tirocinio in casa editrice); corsi di drammaturgia; corsi di sceneggiatura per la tv e il cinema; corsi di ludoscrittura, teatro, arti visive, corsi di narrativa in web conference per chi è lontano e vuol seguire in diretta da casa; un nuovo percorso dedicato alla fotografia analogica e alla narrazione di sé e, come anticipato, il master in scritture e editoria con il Suor Orsola. Un’offerta molteplice e varia, che risponde alle più diverse esigenze e attiva tutto l’anno.