Intervista a Francesca Borghetti
di Raffaella Ronchetta
Francesca Borghetti è produttrice e documentarista, oltre che portavoce nazionale dell’Associazione Documentaristi Italiani. Con Giorgio Carpinteri ha recentemente realizzato per Rai Storia Un mondo di donne, da un’idea di Alessandro De Angelis: un documentario che è un viaggio in otto puntante nell’universo femminile. A partire da otto storie di donne celebri, puntata dopo puntata, Un mondo di donne si immerge in racconti di storie di vita uniche e appassionanti.
Otto donne celebri sono archetipo e ispirazione per le donne di oggi. Le storie del passato e del presente s’intrecciano in un racconto al femminile che ci offre uno spaccato di donne impegnate a cambiare il mondo con passione, imprenditorialità, ingegno, fantasia e grande femminilità. Qual è il fil rouge che unisce passato e presente?
Un mondo di donne è un racconto corale, narrato da più voci, a cavallo fra passato e presente. Il filo impalpabile, che lega le storie delle protagoniste del novecento ad alcune donne dei nostri giorni, è l’impegno civile, la lotta per i propri ideali, l’amore per il proprio mestiere, la tutela delle tradizioni e la sfida alle convenzioni, la creatività, il bisogno di aiutare gli altri. Riassumendo in una sola parola, credo sia la passione: per ciò che si fa e per ciò che si è.
Abbiamo selezionato otto donne che sono icone, quasi archetipi. Donne che hanno lasciato un segno nella storia e che possono rappresentare ancora oggi un modello. Dal premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi alla giornalista Oriana Fallaci, dall’architetto Gae Aulenti alla chimica e fisica Marie Curie, anche lei Nobel per la Fisica e la Chimica, dalla senatrice Lina Merlin a Sofia Loren, da Madre Teresa di Calcutta alla stilista Mary Quant. Partendo dalla vita di queste donne abbiamo lanciato una call internazionale per raccogliere storie di donne di oggi, e ne abbiamo selezionate tre per ogni puntata. Storie italiane e storie che arrivano da lontano.
Quale di queste l’ha colpita maggiormente?
Forse due, anche se tutte, ciascuna a suo modo, mi hanno insegnato qualcosa. Ho scoperto, ad esempio, il genio creativo di Marie Curie, una vera scienziata, una donna rivoluzionaria, per le scoperte che fece e la vita che condusse, che la portarono a vincere due Nobel, uno con il marito e uno da sola. Ma tornando alle storie di oggi, mi viene alla mente quella di un gruppo di giovani reporter italiane che hanno attraversato l’antica Via della Seta con i mezzi pubblici, per raccogliere le storie di altrettante donne incontrate sul cammino. E nel loro percorso hanno incrociato una giovanissima co-sindaco di una cittadina del Sud-Ovest della Turchia, Mardin, quasi al confine con la Siria. Februnie Aykol Akal, questo il suo nome, è una donna, è giovane, ha solo ventisei anni, vive in territorio curdo ma fa parte della minoranza siriaca. Nella sua cittadina la comunità ha compreso l’importanza di un sindaco come lei, che tuteli e protegga i diritti delle donne, in Turchia troppo spesso calpestati dallo Stato stesso. Come lei stessa ricorda, “Per Erdogan le donne sono cittadine di seconda categoria”.
La storia di Februnie accompagna quella di Oriana Fallaci: una giornalista combattiva e controcorrente, proprio come la co-sindaco turca. I loro percorsi, distanti sia geograficamente che temporalmente, si incrociano nella lotta per affermare e difendere il proprio punto di vista e lottare per esso.
Una donna deve essere quello che vuole essere al di là di qualsiasi giudizio, dice Chiara Vigo, ultima tessitrice di bisso della Sardegna. Le storie che avete raccolto raccontano, confermano questa frase?
Credo di sì. Chiara è un personaggio biblico, mitico, quasi arcaico. Maestra tessitrice di bisso, l’ultima che esista al mondo. Il bisso è la seta del mare, la seta più preziosa che ci sia e di cui, narra la leggenda, erano intessuti gli abiti di Re Salomone. Chiara è figlia, nipote, pronipote di maestri di tessitura. Pesca in apnea il bisso, lo fa essiccare e poi lo tesse. La sua storia ha colpito tutti, è una donna che fa un mestiere antico eppure è moderna e attuale (potete vederla qui). Certo quindi, tutte le storie raccolte, sia che parlino della lotta per la libertà o l’emancipazione, sia che descrivano vite da favola come quella di Sofia Loren, ci raccontano vicende di donne che lottano per vivere, e combattono per “essere quel che sono al di là di qualsiasi giudizio”.
R. Ronchetta è redattrice editoriale