Elba Book compie dieci anni!

Al centro del festival isolano il concetto di “attenzione” per un uso delle parole più presente e un presente più consapevole

Se Elba Book è cresciuto organicamente sino alla decina edizione, lo deve soprattutto alla comunità dell’editoria indipendente italiana che lo ha sostenuto da principio, riconoscendo allo staff del festival il progetto di ricerca politica e rigenerazione territoriale concepito per l’isola toscana, favorito da un approccio turistico lento e sostenibile. La decima edizione è incentrata sul concetto di “attenzione”, sul processo cognitivo da allenare affinché si impari a selezionare i tanti stimoli che arrivano in ogni momento, ma di più, a ignorarne altri, in una società congestionata da informazioni spesso opportunistiche e fuorvianti.  Da martedì 16 a venerdì 19 luglio, dopo il tramonto, nelle piazzette e lungo i vicoli di Rio nell’Elba, scrittori, giornalisti, artisti e operatori culturali si incontreranno per dare corpo a un evento che è diventata il ritrovo culturale dell’estate sul Tirreno, senza tralasciare la vivace distesa di editori che occuperà pacificamente piazza del Popolo per circa una settimana. Quest’anno gli stand saranno ventitré, tra cui Mimesis, Bietti, Le plurali, Edicola Ediciones, Exòrma e La Vita Felice.

ATTENZIONE AI TRADUTTORI

Martedì 16, alle 18:30, a inaugurare la manifestazione sarà la cerimonia del Premio “Lorenzo Claris Appiani” per la migliore traduzione letteraria dal tedesco, giunto alla nona edizione e vinto da Daria Biagi, con I morti dell’isola di Djal e altre leggende di Anna Seghers (L’Orma, 2022). Il concorso organizzato con la famiglia del giovane avvocato scomparso, l’Università per Stranieri di Siena e grazie alla costanza di Ilide Carmignani che accompagnerà la serata dall’inizio alla fine, intende riportare la figura del traduttore in primo piano. Alle 21:30, si passerà “Alla ricerca di un’attenzione collettiva”, un dibattito con Gianluca Costantini, artista e autore di graphic journalism, Laura Paracini, attivista di Ultima Generazione e il poeta e saggista Niccolò Nisivoccia, moderati dal giornalista Stefano Biolchini.

ATTENZIONE AI CONTENUTI

Se mercoledì 17, alle 21:30, l’attenzione si sposterà sulla letteratura poliziesca con il dialogo tra gli scrittori Eleonora Carta e Carlo Lucarelli, giovedì 18, alle 18:30, l’incontro tra Dylan Thomas e Luigi Berti che avvenne a Rio Marina, nel 1947, sarà al centro della tavola rotonda “L’attenzione dei poeti per Dylan Thomas”: l’antropologo Francesco Paolo Campione e i critici Tommaso Di Dio e Paolo Fabrizio Iacuzzi si confronteranno con Matteo Bianchi, direttore della rivista “Laboratori critici” (Samuele Editore). «Amo quest’isola, e vorrei non vederla in una delle stagioni infernali», confessava il poeta gallese, riscoprendo il carattere di un paesaggio dai tratti aspri e dai toni ferrosi che è diventato letterario, l’ex versante minerario dell’Elba a centodieci anni dalla sua nascita e a sessanta dalla scomparsa di Berti. Al tramonto, in piazza Matteotti, si terrà un reading in versi proprio dalle ultime raccolte di Di Dio, Iacuzzi e Nisivoccia. Alle 21:30, Roberta Bergamaschi incalzerà la docente universitaria ed esperta di psicologia dell’apprendimento Daniela Lucangeli su “Tu mi stai a cuore: dall’I care di Don Milani ai nuovi paradigmi nello studio delle emozioni”. Ogni sera, alle 18, di fianco alla Chiesa dei Santi Giacomo e Quirico, aprirà il bookshop che sovrasta piazza del Popolo, e dalle 20, per tutto il centro storico Maria Lodi svilupperà i laboratori Elbakids per i più piccoli. Alle 21, inoltre, sul palco principale ricorreranno i reading di Martina Evangelisti focalizzati sul tema dell’attenzione e tratti da volumi degli editori ospitati.

ATTENZIONE ALLA LETTERATURA AMBIENTALE

Venerdì 19, alle 18:30, concluderà la manifestazione un altro riconoscimento fortemente voluto dal Consorzio Comieco e dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, il Premio Demetra, per sostenere e divulgare la letteratura ambientale indipendente. La giuria ha selezionato le 18 opere finaliste tra oltre di 70 opere in concorso. I finalisti per la categoria “Saggistica”: Danilo Selvaggi, Rachel dei pettirossi (Pandion); Rudi Bressa, Trafficanti di natura (Codice Edizioni); Marco Panara, La rivoluzione dell’hamburger (Posteditori); Alex Giordano, Foodsystem 5.0 (Edizioni Ambiente); Annalisa Corrado, Rossella Muroni, Nessi e connessi (Il Saggiatore); Giuseppe Caporale, Ecoshock (Rubbettino). Per “Saggistica straniera tradotta in italiano”: Roman Krznaric, Come essere un buon antenato, traduzione di Laura Coppo e Diego Tavazzi (Edizioni ambiente); Henry Sanderson, Il prezzo della sostenibilità, traduzione di Antonio Maconi (Posteditori); Stephen Buchmann, La personalità dell’ape, traduzione di Laura Coppo e Lucrezia Lenardon (Edizioni Ambiente). Per “Narrativa”: Michele Turazzi, Prima della rivolta, (Nottetempo); Franco Faggiani, La compagnia del gelso, (Aboca); Rosaura Galbiati, Crescere tra oceani (Luoghi interiori). Per “Libri per ragazzi”: Debora Fabietti, Lagnese (Libri per la Terra); Beatrice Peruffo, Terre Avvelenate Spa (LINEA edizioni); Nancy Castaldo e Ginnie Hsu, Il mondo che ci nutre: alla scoperta del cibo sostenibile (Slow Food Editore). Per “Graphic novel”: Hugo Pratt, Martin Quenehen, Bastien Vives, Corto Maltese  – Oceano Nero (Cong Edizioni); Sonno, In un soffio (Oblomov); Alessandro Lise e Alberto Talami, Jungle Justice (Coconino). Alle 21:30, la “Cura dell’ambiente, benessere per le comunità”, infine, sarà il fulcro della quarta serata, con Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, l’editrice Ilaria Catastini e il saggista Padre Enzo Fortunato, introdotti dal giornalista Lucio Luca.

ATTENZIONE AL TERRITORIO

«Conferire troppo potere a una sola persona è un rischio che lo Stato non può più correre. E la legislazione italiana deve colmare tali lacune per evitare comportamenti azzardati quanto sgraditi da parte di alti funzionari pubblici. Insomma, dopo la notte si spera sempre che albeggi». È l’auspicio che ha alimentato il nuovo romanzo d’inchiesta di Luca, La notte dell’Antimafia. Una storia  italiana di potere, corruzione e giustizia negata (Aliberti, 2024). Un auspicio con cui lo scrittore e giornalista, già conosciuto per Quattro centesimi a riga. Morire di giornalismo (2022), ha riservato per il gran finale del festival elbano. Luca racconta con lucidità e coraggio la degenerazione di una forma di potere giuridico, la vicenda dello scandalo più clamoroso che abbia investito l’Antimafia dal 2015 a oggi, ed emersa per puro caso, a seguito di una serie di episodi attinenti alla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo. Parimenti, le conversazioni narrate sono state liberamente ricavate dalle intercettazioni della Guardia di Finanza e dai successivi atti processuali che gravitano attorno a una figura di riferimento dell’Antimafia in Sicilia. Un’ampia zona grigia della borghesia siciliana che, attorno a questa giudice il cui nome è passato alla storia sia per i suoi meriti sia per i demeriti seguenti, la cosiddetta “zarina” palermitana, Silvana Saguto, ha costituito una vera e propria rete di potere legalizzata, composta da avvocati, contabili e commercialisti.

«La ricostruzione puntuale dell’autore non è riducibile a uno dei tanti frutti indigesti che si raccolgono quando si fa cronaca giudiziaria con onestà intellettuale. È un romanzo istruttivo, quasi pedagogico – ha commentato Stefano Lamorgese – poiché fa il verso a Esiodo e alla sua rappresentazione della hybris, la tracotanza dei forti. Nella favola dello sparviero, infatti, una volta catturato l’usignolo, il rapace maramaldeggia sulla sua preda: Wè inutile che canti, ho su di te un potere assoluto, di vita o di morte”. Un eccesso di potere conferito al singolo è davvero pericoloso e motivo frequente di errori irrimediabili». Lo stile martellante di Lucio Luca e i non detti, o meglio, i taciuti lasciati alla capacità deduttiva del lettore, diventano aggravanti per l’intera collettività. Tuttavia il suo approccio non intende emettere una sentenza in attesa che la giustizia italiana coi suoi tempi dilatati stabilisca responsabilità, pesi giudiziali e de facto, ma certamente fa luce su un aspetto emblematico della realtà giudiziaria e del concetto di potere nei nostri tempi convulsi, pervasi da «un’etica a corrente alternata», come sostiene Bellavia nella prefazione www.elbabookfestival.com