Cinque anni di Rete Pym

Aumentano le manifestazioni del consorzio associativo che cura il potenziale culturale dei territori di appartenenza. «Chiavi di volta» sarà il tema condiviso del 2025.

Crescono le manifestazioni e gli eventi iscritti alla Rete Pym, nata tra operatori culturali con formazioni e professionalità complementari per promuovere la lettura quale strumento di benessere individuale e sociale. Non solo, da sempre la Rete aiuta la piccola e media editoria indipendente, nonché le espressioni culturali associative dei territori di appartenenza, specialmente se periferici. Dopo Elba Book, la Fiera Argonautilus del Libro di Iglesias, Giallo Garda e le Officine Wort di Milano, che l’hanno costituita nel 2019, si sono aggiunti il Festival Grisù 451 di Ferrara e la rassegna Una Scontrosa Grazia di Trieste. E proprio la proclamazione dei vincitori del Premio Giallo Garda 2024, a Padenghe, nel bresciano, è stato il momento di rito per annunciare i nuovi membri della Rete, oltre al tema che caratterizzerà i palinsesti di ogni singola iniziativa nel corso del prossimo anno: “chiavi di volta” per sublimare la sedimentazione architettonica che dà un’identità riconoscibile a città e paesi, mantenendo sotto gli occhi di tutti i nessi tra passato e presente per scongiurare qualsiasi forma di revisionismo o negazionismo storico.

«La chiave di volta, in architettura – afferma Eleonora Carta, fondatrice di Argonautilus – è l’elemento centrale che permette all’intera struttura di reggersi. Allo stesso modo, nel contesto culturale e letterario, rappresenta l’elemento portante di idee, sistemi di pensiero, progetti e movimenti; i concetti fondamentali che, come la pietra che chiude e sorregge l’arco, reggono e danno senso all’intero sistema». Riunirsi intorno al tavolo simbolico della Rete Pym è stato un invito ulteriore a riflettere sui punti di svolta e sugli elementi essenziali che modellano i flussi conoscitivi attuali e i paradigmi del contemporaneo.

«L’evoluzione di svariati momenti d’incontro con gli intellettuali ospitati in un lustro – aggiunge Marco Belli, direttore artistico di Elba Book – ha consentito di avvicinare la figura dello scrittore al pubblico, alla platea, riconoscendogli la funzione di raccontare credibilmente un panorama editoriale in costante evoluzione. Bacino in cui si sedimenta il pensiero che resiste alla corsa a pubblicare degli schermi mediatici. La Rete dei festival dei territori si allarga, dunque, con presidi attivi in cinque regioni che lavorano su spunti comuni (e sulle fragilità spesso taciute di una società sempre più controversa e avviluppata su se stessa) per alimentare una coscienza critica condivisibile e mai divisiva».

Tornare nel Delta con Wu Ming

Se il Festival Grisù 451 ha inaugurato il suo programma con la prima nazionale del nuovo romanzo di Wu Ming 1, Gli uomini pesce (Einaudi, 2024), la serata in questione, ai margini del centro storico ferrarese, si è conclusa con la presentazione di un documento di rottura rispetto alla gestione politica che è stata fatta del Delta padano dal Dopoguerra a oggi. Ma di più, contro una narrazione che ha tombato le alternative possibili per tutelare il paesaggio idrografico del Grande Fiume al pari della smania cementifica che ha oppresso l’orizzonte polesano. Tornare nel Delta al tempo della crisi climatica è necessario per pensare e agire in un luogo determinato, un luogo fragile, termometro del cambiamento climatico, dalla storia travagliata che, una volta riscoperta, può facilitare la conoscenza della realtà circostante e ad agire in essa. In pochi anni, il mare avanzerà sino a riprendersi alcune terre di bonifica e le zone umide rimangono un patrimonio di biodiversità in grado di immagazzinare anidride carbonica cinquecento volte più degli oceani. Il basso consumo di suolo nel ferrarese, dovuto anche allo spopolamento e all’emigrazione, fornisce la possibilità di trasformare la vasta area padana da territorio di crisi a occasione di rinascita, come asseriva il Bassani presidente di Italia Nostra.

«Il Delta è tante cose insieme, mito e letteratura, scenario di attraversamenti e di marginalità. Dobbiamo tornarci con coscienza per costruire in loco un nuovo paradigma – precisa Wu Ming 1 – Non a caso, Gli uomini pesce comincia a Pontelagoscuro, dove la protagonista contempla affranta il Po in secca. Nello stesso luogo, nei giorni scorsi, abbiamo osservato, preoccupati, il Po in piena. Due capitoli si svolgono nelle valli di Campotto, durante un’escursione organizzata dall’Ecomuseo di Argenta. Nei giorni scorsi la rotta dell’Idice ha allagato quei campi, le acque hanno circondato il museo. È stato più che mai significativo involarlo a Ferrara e ancora di più mentre tra le pagine e la cronaca era in corso un gioco di rimandi».

La poesia cura il narcisismo

Nei particolari riluce la dignità di ogni singolo quotidiano, di ogni discreta individualità che trasmette qualcosa di straordinario, a intermittenza. La rassegna Una Scontrosa Grazia, organizzata da Samuele Editore e dall’associazione Gruppo del Tasso, ha continuato a festeggiare il suo decennale con Marco Pelliccioli che, sabato scorso, nella storica libreria Lovat di Trieste, ha presentato Nel concerto del tempo (Mondadori, 2024). E non si tratta di scongiurare l’anonimato con la parola poetica, bensì di offrire un’altra prospettiva rispetto all’egomania che dilaga dentro le migliaia di titoli in versi stampati annualmente.

«Pelliccioli ci conduce alla “domesticità” ordinaria di profili umilissimi, spostandosi a suo piacimento nel tempo. Eppure dentro una dimensione di microstoria si declina anche la grande storia del mondo, dalla caduta del Muro di Berlino alla tragedia dell’11 settembre. Con uno stile controllatissimo, il poeta sa spostarsi da un realismo lirico – a tratti surreale – a una prosa poetica che guida la narrazione (anche) in diversi generi, tra animale e umano, dove comunque tutto si muove seguendo i meccanismi più elementari in una sorta di biologia poetica», commenta la scrittrice e giornalista Mary Barbara Tolusso, che ha introdotto l’incontro.