di Francesca Tamberlani
Il Silent Book Contest – Gianni De Conno Award è giunto alla sua undicesima edizione. Se alla Bologna Children’s Book Fair abbiamo conosciuto i sedici titoli finalisti, è al Salone del Libro che verrà proclamato il vincitore, a cui sarà consegnata ufficialmente la sua creazione in forma di libro pubblicato da Carthusia Edizioni, ideatrice e capofila del progetto. Il concorso, primo di livello internazionale focalizzato sugli albi “silenziosi”, diventa di anno in anno sempre più apprezzato e partecipato. Basti pensare che sono ben 250 le opere inedite che si sono candidate nel 2024, provenienti da 57 Paesi e territori diversi. Un ampio ventaglio di proposte che dà conto di una volontà crescente degli autori di cimentarsi con la narrazione per “sole” immagini. Per silent book si intende infatti una particolare tipologia di albo illustrato che ricorre esclusivamente alle illustrazioni per raccontare una storia; si tratta quindi di un medium privo della componente testuale ma che non per questo ha poco da dire, anzi. Per funzionare a dovere, ovvero per essere letto con piacere e coinvolgimento, è richiesta all’autore una notevole padronanza degli “strumenti” tecnici del picturebook, vale a dire saper destreggiarsi con formato, impaginazione, direzione e ritmo dello “sfoglio”, composizione della pagina, prospettiva, piegatura centrale del libro, accostamento dei colori, stile illustrativo… Non basta una brillante idea di partenza o un roboante finale a sorpresa, ogni scelta andrà meticolosamente ponderata, con un rigore quasi scientifico, e sarà cruciale per far sì che il patto di fiducia con il lettore non venga mai spezzato.
Non c’è nulla di più deludente di un silent book confuso, incoerente, poco fluido, di cui si fa fatica ad afferrare il senso: quello che sulla carta dovrebbe essere il tipo di libro più accessibile e inclusivo che ci sia, perché travalica i confini nazionali e il limite della lingua di appartenenza, finisce in questi casi per rivelarsi un rebus. Quando, viceversa, un libro senza parole è ben progettato e costruito con una regia attenta, l’esperienza di lettura che regala può rivelarsi incredibilmente potente, stimolare riletture, far sorgere domande e immedesimazione. Senza la guida offerta dalle parole ciascuno è libero di scegliere il proprio punto di vista, di aggiungere il suo significato e la sua sensibilità, di mettere in campo altre risorse e competenze. Anche chi ha difficoltà di lettura, grazie ai silent book può accedere alle storie in autonomia e sentirsi riconosciuto e valorizzato come lettore.
Osservando i lavori finalisti al Silent Book Contest 2024, salta all’occhio il grado di maturità raggiunto e la forza dei messaggi che riescono a veicolare. Pur nell’estrema varietà di soluzioni artistiche adottate, si possono rintracciare alcuni punti di contatto. Emerge per esempio la capacità naturale dei bambini di entrare in connessione con altre creature viventi e di lasciare posto, nella loro vita, alla meraviglia, all’esplorazione, all’avventura, alla bellezza. Particolarmente sentito è il tema della casa, da sognare, ricordare o proteggere perché sotto attacco, in balia delle bombe nemiche. O ancora da ricercare, per ritrovare le proprie radici, o per fuggire da una “prigionia” e poter finalmente conquistare la libertà. Affiora inoltre, in questi inediti albi senza parole, il chiaro desiderio dell’infanzia di essere ascoltata e vista dal mondo adulto, spesso distratto da un cellulare. Una tematica molto sentita nella nostra contemporaneità, e che trova spazio nelle narrazioni in concorso, è anche la spinta all’affermazione di sé e all’essere amati così come si è, per contrastare stereotipi e pregiudizi. Articolate e interessanti le metafore scelte per ricordarci che la luce non va ricercata fuori ma dentro di noi e che con la paura dobbiamo imparare a farci i conti, anche se a volte può assumere le sembianze di un mostro nero che pare divorarci. Infine non mancano narrazioni “semplicemente” spensierate e giocose, a misura di bambino e bambina, che invitano a volare sulle ali della fantasia inseguendo una lanterna magica, o a risolvere il misterioso caso di un filo di lana ingarbugliato, o a osservare gli scherzi di un gatto che si diverte a saltar fuori da quadri e opere d’arte.
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F. Tamberlani è giornalista e addetta stampa