La matita che racconta
Per contrastare la malinconia autunnale, “L’Indice” di novembre accoglie un inserto straordinario, uno Speciale Comics che verrà anche distribuito gratuitamente nel corso dell’attuale edizione di Lucca Comics & Games (28 ottobre – 1 novembre 2016) e che può essere scaricato dal sito. Le recensioni di fumetti, da sempre presenti sulla rivista, con la diffusione dei graphic novels hanno acquistato più spazio. Lo Speciale ha quindi anche la funzione di un segno di riconoscimento del ruolo che ha assunto in questi anni la produzione dei Comics nell’editoria italiana e nelle preferenze dei lettori. L’inserto si apre con l’intervista a Shaun Tan, affiancata da un’analisi dell’Approdo a firma dello storico dell’illustrazione Erik Balzaretti, in occasione della sua recente ripubblicazione per la casa editrice Tunué. Parlando del modo delicato e poi “fin troppo” estenuato con cui Shaun Tan ha affrontato il tema dell’emigrazione, Balzaretti scrive: “A rendere strepitoso il lavoro di Tan è il combinato disposto della tecnica realizzativa delle illustrazioni e delle soluzioni di montaggio e ritmo narrativo. L’indubbia carica emotiva, che scaturisce dalla scelta di lasciare il proprio paese e la propria famiglia in cerca di una nuova vita e di una nuova libertà, favorisce la totale immedesimazione con il protagonista, dilata lo straniamento nei confronti di una rappresentazione di un mondo pieno di rimandi al tempo stesso realistici e fantastici e costringe alla totale immersione nelle superbe illustrazioni a mezza tinta, seppiate come vecchie fotografie, espediente di grande effetto nel creare un’atmosfera di nostalgia”. Lo Speciale è ricchissimo di materiale e interventi che finiranno con l’appassionare non solo gli esperti di Comics ma anche lettori meno informati e più refrattari al genere. Vi troviamo infatti, in un’ideale sezione riservata ai classici, un ritratto di Frank Miller scritto da Daniele Barbieri, l’articolo di Daniele Brolli sul Piccolo re di Otto Soglow, mai riedito, e la recensione dello storico dell’arte Luca Bianco all’Edgar Allan Poe di Dino Battaglia, recentemente ripubblicato da Nicola Pesce. Le ultime pagine sono dedicate ad autori italiani, con l’intervista a Sualzo e Silvia Vecchini e le recensioni a La terra dei figli, ultimo lavoro di Gipi, in uscita per Coconino proprio il 28 ottobre, Itero perpetuo di Adam Tempesta (Eris), Aqualung, la web serie a fumetti ora pubblicata in cartaceo da Bao, gli storici Fumetti della gleba del Dr. Pira, ora finalmente in volume (Nero), La rabbia (Einaudi), collettanea di giovani autori e Il suono del mondo a memoria di Giuseppe Bevilacqua. L’inserto si chiude con un articolo dedicato al Premio Gran Guinigi, prestigiosa onorificenza legata a Lucca Comics & Games fin dalle prime edizioni. Uno speciale da cui si esce incantati, anche per lo stupore che emerge dal contatto dei classici della letteratura con “la matita” degli autori di graphic novel, come nel caso di Dino Battaglia, morto sessantenne nel 1983 a Milano, la città deve lavorava e dove si considerava “in esilio”, autore di titoli quali Maupassant, Il Golem, Thyl l’Espiegle, perfino Gargantua e Pantagruele, Woyzeck e Moby Dick. Scrive Luca Bianco nelle pagine dello Speciale: “Ma più ancora colpisce quello che la prosa, ora febbrile ora sussiegosa, ora ironica e ora poetica di Edgar Allan Poe diventa nelle mani di Dino Battaglia: ogni tavola è una perfetta architettura compositiva dove la tradizionale scansione del fumetto viene quasi sempre abolita o fatta brillare come una mina, come nell’ultima pagina de La scommessa, dove il personaggio gioca a rimpiattino e a saltarello con la gabbia della vignetta. Il bianco della pagina di sfondo dilaga nelle scene fino a diventare la sostanza di cui i personaggi sono composti come la meravigliosa Lady Madeline Usher, immacolato e terribile fantasma che emerge urlando dal nero della china in un turbine di capelli sottili come il negativo fotografico di una ragnatela”.
Il bianco della pagina di Battaglia ci porta, come un filo luminoso, fuori dallo Speciale, per dare conto del resto del numero della rivista. Il libro del mese è dedicato al libro di Edmund de Waal La strada bianca in cui è protagonista la porcellana, al centro, come fa intendere il sottotitolo, della “storia di una passione”: “Ci sono tante altre cose bianche nel mondo, ma la porcellana, per me, occupa il primo posto, ammette De Waal. Il bianco è per lui un caleidoscopio di sensazioni: luce, purificazione, lutto, perdono, perfezione. Il bianco apre una dimensione “gravida di attesa, di possibilità. È una materiale che registra ogni movimento del pensiero, ogni cambio di idea”. La porcellana inizia altrove e ti porta altrove”.
Dal bianco si passa alla cultura visuale descritta dal libro di Andrea Pinotti e Antonio Somaini, con un doppio intervento per Primo Piano di Giacomo Daniele Fragapane ed Enrico Menduni. E dalla modernità estrema al suono del passato, attraverso un secondo Primo piano dedicato a Il rumore del tempo, l’opera di Julian Barnes che tenta di recuperare nella sua complessità la figura di Dmitrij Šostakovič. E nei Segnali molte cose ancora: un’illuminante pagina sull’uso dei vaccini, a firma del microbiologo e virologo Roberto Burioni, un’ intervista di Rocco Sciarrone ad Alessandra Dini, autrice del libro A colloquio con Gaspare Spatuzza. Un racconto di vita, una storia di stragi, pubblicato da Il Mulino. E ancora un ‘intervista ad Ali Smith in occasione dell’uscita del suo ultimo libro, riflessioni sulla fine della critica letteraria (Vittorio Coletti), recensioni di letteratura e cinema, su libri che si occupano di scuola e università, di montagna e di fotografia. E, per Effetto film, la lettura di Andrea Mattacheo di Café Society di Woody Allen.
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