Vite di soglia
di Camilla Valletti
Benedetta Centovalli
Nella stanza di Emily
pp. 165, € 17
La Tartaruga, Milano 2025
Emily Dickinson, attraverso quell’unico ritratto divenuto un’icona pop e la tardiva pubblicazione del suo corpus poetico, è davvero una figura che è entrata nell’immateriale, eternizzandosi oltre le sue stesse parole. Benedetta Centovalli, editor, curatrice, promotrice di autori e autrici del Novecento italiano, in questa sua riedizione di un saggio uscito per Mattioli nel 2020 e ora disponibile per la Tartaruga, si accosta, in punta di penna, ai luoghi di una poeta tanto citata quanto oscura e intraducibile.
Centovalli, assecondando una tradizione ormai consolidata, il viaggio culturale, spinta da una forte impulso interiore oltre che conoscitivo, parte per New York, prima tappa dell’avvicinamento ad Amherst, il piccolo centro dove Emily Dickinson scelse di vivere reclusa, a parte due viaggi memorabili. New York è quasi l’avamposto di Amherst: nei suoi parchi, lungo le sue avenue, Centovalli ripesca memorie personali, passioni letterarie, un’amica e due grandi peluche, presenze confortanti e in parte dolorose.
Lasciata New York, la narratrice è finalmente pronta per affrontare ciò che più le preme: conoscere Emily Dickinson studiando i suoi erbari giovanili, le sue ricette per il pane e i dolci e soprattutto l’immenso carteggio (sono 1300 le lettere che Dickinson scrisse a parenti amiche e critici letterari). Ne emerge un ritratto molto lontano rispetto all’immagine consueta che il canone ha trasmesso della poeta, la virginale e biancovestita fanciulla puritana tutta farfalle e uccellini. Centovalli disegna piuttosto i tratti di una intellettuale coraggiosa, anticonvenzionale, aconfessionale, dotata di una capacità lirica oltraggiosa, oltre la grammatica, la rima, ideatrice di una lingua cifrata fatta di tratti, sospensioni, arditi neologismi, precorritori del modernismo poetico.
Il suo stare chiusa nella stanza, chiusa nel torpore domestico (il volume contiene diverse fotografie della casa di Dickinson) e dentro i boschi, fu uno stile di vita scelto per difendersi da un mondo attraversato dai lutti. Centovalli, infatti, ricorda la vicinanza del cimitero alla strada cui si affacciava la villetta dei Dickinson.
Questa vigoroso ritagliarsi una vita nascosta, riporta l’autrice ad altre vite di donne scoperte tardivamente e morte in totale solitudine, come la poeta Luisa Giacomi (le cui liriche furono scambiate, addirittura, con quelle di Dino Campana) e la fotografa americana Vivian Maier, il cui straordinario lascito fu celebrato anni dopo la sua morte. Vite appartate vite di soglia dove la letteratura, secondo Centovalli, si stacca da terra. In coda al testo, una nuova introduzione offre anche strumenti utili per entrare nel vivo dei testi originali. Segnaliamo, con questo spirito, la nuova selezione di poesie di Emily Dickinson uscita da Crocetti per la traduzione di Maria Borio che riproduce, con la massima cura, la lingua ermetica e altissima di una voce che ha resistito alle edulcorazioni.