Raphael Ebgi – Il giovane meraviglioso

Una nuova stagione di studi pichiani

di Giovanni Licata

Raphael Ebgi
Il giovane meraviglioso
Vita di Pico della Mirandola
pp. X-94, € 14,
Einaudi, Torino 2024

Con Il giovane meraviglioso, Raphael Ebgi ci conduce alla scoperta della figura affascinante e complessa di Giovanni Pico della Mirandola, filosofo e umanista del Rinascimento italiano. L’opera non è una semplice biografia, ma un racconto che intreccia la vita e il pensiero di Pico in una narrazione densa e appassionata.

Grande esperto di Umanesimo e Rinascimento, con già all’attivo diverse pubblicazioni importanti su Giovanni Pico e Marsilio Ficino, Ebgi si immerge nella vita di questo “giovane meraviglioso”, vissuto tra il 1463 e il 1494, restituendoci il ritratto di un uomo straordinariamente moderno per la sua epoca: ambizioso, curioso e capace di pensare oltre i confini del suo tempo. Attraverso uno stile elegante, l’autore esplora non solo gli eventi principali della vita di Pico, ma anche le sue idee più ambiziose, come “la sua visione della cultura come spazio d’ibridazione, in cui le identità non sono elementi fissi e monolitici, ma il prodotto della contaminazione tra immagini, simboli e dottrine provenienti da molteplici tradizioni”: unico presupposto possibile per un dialogo tra religioni e culture diverse e (apparentemente) in conflitto. Mitologia greco-latina, platonismo e aristotelismo, ermetismo, Torah, qabbālāh, scolastica, filosofia arabo-islamica e persino il Corano: insomma, tutte (o buona parte) delle tradizioni filosofiche dell’Occidente e dell’Oriente condividerebbero “un nucleo di verità comune”. Anzi, a ben vedere, si potrebbe osservare che, agli occhi di Pico, le etichette di Occidente e Oriente non fanno che dividere ideologicamente un campo culturale che in realtà è da sempre stato unitario, e che ha visto nel Mediterraneo un centro originario di irradiazione. La sua parabola fulminea, interrotta prematuramente all’età di trentun anni, non gli ha permesso di portare a compimento un pensiero sistematico, privo di tensioni interne e potenziali contraddizioni, ma per rendersi conto della visionarietà del suo progetto basterebbe ricordare la sua attività di rinnovamento culturale, fondata sulla promozione della cultura ebraica in tutti i suoi aspetti, e sulla valorizzazione dei filosofi islamici (non solo di Averroè), grazie alla promozione di nuovissime traduzioni a partire dalle versioni ebraiche medievali.

Colpisce è la capacità di Ebgi di coniugare rigore storico e sensibilità narrativa. Pico emerge così non solo come un gigante del pensiero, ma anche come un giovane animato da dubbi, passioni e straordinaria vitalità intellettuale. Questo volume si inserisce in una nuova stagione di studi pichiani, in cui si riscontra una sempre maggiore attenzione alla sua figura, al fine di superare o ridiscutere le categorie storiografiche in cui era stato ingabbiato nel XX secolo, a partire da una lettura unilaterale del suo capolavoro, l’Oratio de hominis dignitate (1486), oppure di dare sostanza ad alcuni aspetti cruciali della sua attività intellettuale. Mi riferisco al progetto di Edizione Nazionale delle opere, in corso di svolgimento presso l’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze; o alle ricerche sui suoi più stretti collaboratori e traduttori, l’ebreo siciliano poliglotta (insinceramente) convertito al cristianesimo Guglielmo Raimondo Moncada (alias Flavio Mitridate) e l’averroista ebreo cretese Elia del Medigo, senza i quali il progetto pichiano non avrebbe potuto decollare; o ancora ai nuovi studi sulla sua mitica biblioteca, impressionante, più che per la quantità, per la qualità dei manoscritti (in greco, latino, ebraico e arabo) e per l’enciclopedicità dei contenuti.

Il libro trova il suo punto di forza nel mettere in luce l’attualità di Pico, evidenziandone la rilevanza per il presente, soprattutto nella nostra epoca in cui il dialogo interculturale e la ricerca di un sapere integrato sono temi più che mai urgenti. E se il conformismo e la disillusione sembrano oggi prevalere, questo piccolo libro risuona come un invito a riscoprire l’audacia di sognare.

giovanni.licata@uniroma1.it
G. Licata insegna storia della filosofia ebraica all’Università La Sapienza di Roma