Ernesto Franco – Usodimare

Per una serie di disincontri

di Cristina Lanfranco

Ernesto Franco
Usodimare
pp. 72, € 10,
Einaudi, Torino 2024

Ernesto Franco (1956-2024), storico direttore Einaudi, è scomparso da poco, e la sua casa editrice meritoriamente ne ripubblica questo racconto breve già uscito nel 2007 per Melangolo. Il capitano di lungo corso Pepe Usodimare ha l´incarico di condurre un vecchio cargo, il Bahia Inutil, da Aden al porto bengalese di Chittagong, dove dovrà essere demolito. Pepe conosce bene il cargo, lo ha già condotto in passato, e ha cercato con ostinazione questo incarico: qualcosa lega barca e marinaio. Pepe ha amato una donna soltanto, Nené, legata a un altro uomo, MG, trafficante di droga e diamanti. Anni prima, proprio sul Bahia Inutil, Pepe ha accettato di imbarcare clandestinamente Nené e il suo uomo, riportandoli dall´Egitto: ma il cargo è stato intercettato da una motovedetta della Finanza, e in una sparatoria Nené ha perso la vita, un attimo dopo aver rivelato a Usodimare di aver nascosto qualcosa sul cargo: starà a lui trovarla, o almeno cercarla.

Marinai e capitano si muovono sotto il segno di una doppia assenza: manca ciò che si cerca, ma non si sa se ciò che si cerca esista davvero. Pepe cerca un segno dalla donna amata, una donna che non è mai stata sua e che però sulla sua nave è venuta a morire e sulla sua nave ha lasciato la propria ombra. Già nel romanzo Vite senza fine (Einaudi, 1999) l´amore era un fantasma, era un amore mancato: qui “Usodimare e Nené sono legati da una serie di disincontri”, di incontri mancati. Franco utilizza questo termine non a caso: Disincontri é il termine scelto per il titolo italiano di Deshoras, l´ultima raccolta di racconti di Julio Cortazár (1982). Tutto il racconto nuota del resto in un mare di rimandi letterari. Il Bahia Inutil ricorda il Tramp Steamer di Álvaro Mutis, che lentamente si disfa e naufraga: Moby Dick è addirittura presente nelle conversazioni fra marinai, i pirati assaltano la nave come nell´Isola del Tesoro, e la figura del comandante trova buona compagnia in tanti eroi del mare usciti da tanta letteratura ispanoamericana. Franco rinuncia però alla fantasmagoria stilistica di una parte di questa letteratura. La voce narrante è quella di un perito della compagnia di navigazione, estraneo alla vicenda, come Charles Marlow si fa neutra voce dei protagonisti di Conrad. La densità del racconto è data anche da questa scrittura che non utilizza una parola più del necessario, magra di aggettivi e come filtrata da un setaccio a maglie molto strette: la storia viene compressa e contenuta da una scelta linguistica che ricorda anche le tensione delle liriche dell’autore.

info@aprile.to.it
C. Lanfranco è italianista