Manuel Vilas
Amor costante
pp. 336, € 18
Guanda, Milano 2023
recensione di Camilla Valletti
Nuova fatica per Manuel Vilas, autore spagnolo che dalla poesia trae una cifra di scrittura visionaria e dal timbro musicale, tutta dedicata ad indagare il mistero dell’amore. Un testo corposo, in cui Irene, la splendida protagonista cinquantenne, percorre, come in un romanzo on the road, le coste spagnole e francesi per cercare di elaborare il lutto dovuto alla recente scomparsa dell’amatissimo marito Marcelo. Nel suo impeto passionale, la donna non si nega nulla: automobili di lusso, alberghi cinque stelle, cene raffinate e numerosi incontri erotici con uomini e donne incontrati casualmente. Proprio l’approccio carnale con i corpi consumati velocemente, attraverso la fruizione di un intenso piacere, riconducono Irene al ricordo di Marcelo, al suo uomo sempre desiderato e desiderante. E dentro a questo binario che corre lungo le autostrade, Vilas immette ragionamenti, pensieri, premonizioni sul futuro e sulla contemporaneità assediata da un consumismo che spoglia ogni esperienza della sua possibile ricchezza. Il lusso che confondiamo con la bellezza è il pericolo nel quale incorre Irene, anche lei preda di un gusto che sopravanza la vita e spegne il più appassionato degli incontri. Inquieta, puntigliosa, ossessionata da una memoria ancora pericolosa, Irene si lascia andare in uno stream of consciousness che raccoglie di tutto: materia autobiografica, citazioni, giudizi, tutte le coordinate, insomma, di un essere umano in caduta libera. Il romanzo, infatti, è anche una trappola per chi legge. Irene assume, a lettura inoltrata, nuovi e sorprendenti caratteri tanto che si trasforma, mostra il suo lato violento, manipolatorio, frustrato, per accedere, in definitiva, dentro ad una grande illusione. Il titolo del romanzo riporta il primo verso del celebre sonetto di Francisco de Quevedo che è una sorta di mantra anche per Irene e per molti dei personaggi collaterali del romanzo. La speranza che l’amore sia durevole oltre la morte. E dunque, se Manuel Vilas ha voluto costruire un romanzo d’amore, è certo che il suo “amor costante” ha molto a che fare con il desiderio cristallizzato piuttosto che con la concretezza di una storia vissuta. Come insegna Stendhal, al culmine dell’amore, l’innamorato ha bisogno di amici, e Irene, nelle fattispecie, è una donna disperatamente sola.