Sul numero dell’Indice di ottobre 2023, Luca Bufano – uno dei migliori studiosi di Beppe Fenoglio – ci ha fatto dono di un lungo segnale intorno a una vicenda pressoché sconosciuta che coinvolge lo stesso Fenoglio, Gadda, Bilenchi e altri letterati italiani, e che ha a che fare con l’8 settembre. Ne pubblichiamo qui una piccola anticipazione.
di Luca Bufano
Primavera di Bellezza, terzo e ultimo libro pubblicato in vita da Beppe Fenoglio, è il romanzo dell’8 settembre 1943, la data che rappresentò uno spartiacque esistenziale per molti italiani della sua generazione. È anche il libro che introdusse una nuova figura maestra nella narrativa italiana, Johnny, il futuro protagonista dell’epica partigiana che agisce nel suo antecedente storico, nel momento tragico eppure solenne del disfarsi di un ordine posticcio e della scelta: il momento del pathos. […] Nato come prima parte di un progetto narrativo più ampio, quindi smembrato e divenuto libro a sé stante con il ricorso a un brusco finale, frutto delle pressioni esercitate dall’editore Garzanti, Primavera di Bellezza ha avuto nel tempo minor fortuna del suo valore, probabilmente oscurato dai due maggiori libri postumi di Fenoglio, Una questione privata e Il partigiano Johnny. Tuttavia, alla sua uscita nell’aprile del 1959, il libro riscosse apprezzamenti pressoché unanimi, e ottenne alcuni importanti riconoscimenti. Proposto da Anna Banti e Roberto Longhi per il Premio Strega, nel salotto romano di Maria e Goffredo Bellonci non superò il primo scrutinio […]. Ma l’anno successivo, una giuria composta fra gli altri da Italo Calvino, Pietro Jahier e Roberto Battaglia, gli conferì il Premio Prato per il romanzo, riscontrando in esso una «coincidenza perfetta fra la vicenda collettiva e quella individuale». E nell’autunno del 1959 – episodio del tutto dimenticato – il libro fu finalista per [un altro premio], dove causò un acceso dibattito in seno alla giuria, conclusosi in modo sfavorevole a Fenoglio, ma che vide in Carlo Emilio Gadda un suo convinto sostenitore.