recensione di Marzia Fontana
Alba Donati
La libreria sulla collina
pp. 200, € 17
Einaudi, Torino, 2022
Aprire una libreria nel paese in cui è nata per Alba Donati, poetessa e presidente del Gabinetto Vieusseux, è stato un sogno a lungo coltivato nell’inconscio e improvvisamente affiorato alla luce in un prepotente richiamo alle origini. Così, a dispetto dello scetticismo di molti, a Lucignana, pittoresco borgo della Garfagnana edificato in pietra prima dell’anno Mille, 180 abitanti e neppure una scuola, nel 2019 ha preso vita la Libreria sopra la penna, un piccolo cottage in legno dipinto d’azzurro, strappato ad un poggio di terreno dove la madre di Donati coltivava insalata e stendeva il bucato, con un giardino delizioso affacciato sui monti dove leggere comodamente, magari sorseggiando un tè: una promessa di futuro non solo per chi l’ha creata, ma per l’intero paese. Le tappe della costruzione di quel sogno “di pochi metri quadrati”, oggi meta di visitatori da tutta Italia e non solo, sono affidate a La libreria sulla collina, un memoir costruito come un diario dal passo fiabesco e pieno di poesia in cui l’autrice si racconta con disarmante sincerità. Perché quella libreria affonda le radici in un’infanzia infelice, consolata solo dalle letture consumate compulsivamente nella soffitta di casa e dalla presenza delle zie, fatta di privazioni e di un sofferto rapporto con la pur amatissima madre, piena di rancore nei confronti della vita che nella campagna di Russia le ha strappato il primo marito lasciandola con un neonato, e poi abbandonata dal padre di Alba, con cui si è riconciliata solo a pochi passi dalla morte, che li ha visti andarsene a brevissima distanza l’una dall’altro. E quel sogno ha continuato a covare sotto la cenere, così potente che per inseguirlo Alba Donati lascia Firenze, “un lavoro invidiabile, una bella casa vicino alla Biblioteca Nazionale”, torna a Lucignana e il 7 dicembre 2019 inaugura la sua libreria. E mentre il racconto di quel “miracolo” si snoda fra continue citazioni degli autori più amati, su tutti Pascoli e moltissime fra le scrittrici che oggi popolano larga parte degli scaffali del cottage, si scopre la duplice anima di una poetessa e sognatrice sì, ma pronta a trasformarsi in abile imprenditrice della cultura, capace di costruire un catalogo tutto personale ma anche di scovare in rete o fra piccoli artigiani “oggetti che dai libri provengono”, di mettere in piedi una shop online, di resistere al tragico incendio che a un mese dall’inaugurazione distrugge la libreria, rinata in breve tempo dalle proprie ceneri grazie alla generosità di privati cittadini ed editori, e alle chiusure imposte dalla pandemia.
Eppure, fra tante difficoltà quel cottage si fa baluardo di resistenza e bellezza, ritrovo delle volontarie che diventano amiche preziose, occasione per recuperare ritmi più a misura d’uomo, presidio per i bambini del paese, che possono leggere indisturbati sulla Adirondack azzurre del giardino, fra le tazzine da tè rovesciate appese agli alberi. La storia di Alba Donati e della sua libreria, con scaffali alternativi e vetrine sovversive “per correggere le storture dei piccoli potentati editoriali”, vanno così di pari passo come in una favola bella, capace di lenire la sofferenza che ogni vita porta inevitabilmente con sé. Fra aneddoti, ricordi di scrittori amati, citazioni e consigli di lettura, chi ama i libri vi troverà anche un valore aggiunto, l’elenco scrupoloso degli ordini giunti quotidianamente in libreria che chiude ogni pagina, uno scrigno prezioso di suggerimenti da annotare con cura.