Piccoli e amici
di Tiziana Magone
L’Indice da sempre ha la vocazione di scegliere (libri e recensori appropriati, dunque competenti) e, sottinteso a ciò, ha il piacere di scoprire quanto è meno noto e celebrato. L’ennesimo libro di un famoso giornalista che conduce, da sempre, una popolare trasmissione televisiva, e che ogni volta è presentato in pompa magna dal presidente del Consiglio di turno (tutte le stagioni sono buone), per fare un esempio (casuale), non ha bisogno delle nostre pagine per far sapere che esiste. Poi si può discutere della qualità del libro e ignorarlo o incensarlo, ma quel libro nasce già con una sua propria forza mediatica. Molti libri non nascono con queste fortune, ma se solo potessero far sapere che esistono, riscuoterebbero (per bellezza, originalità, valore scientifico, capacità di intrattenere e divertire…) il loro meritato successo, che non è solo una questione quantitativa, come le classifiche tendono a inculcarci. I numeri, che sono importanti, ci mancherebbe, parlano solo della quantità di copie vendute, non del grado di apprezzamento o della durata di un libro, della sua capacità, cioè, di resistere all’usura, di diventare punto di riferimento per altri studi o invenzioni narrative. I numeri, quindi, dicono alcune cose, ma altre le omettono o le confondono.
I piccoli editori (piccoli secondo i numeri, sia ben inteso) non hanno un grande budget da devolvere in pubblicità, i loro autori non godono di facili comparse tv, né i loro libri si avvalgono di popolari presentatori, meritano dunque un’attenzione particolare. Per i loro libri belli e coraggiosi c’è bisogno di qualcuno che li affianchi e faccia circolare le idee (o la poesia) in essi contenute. “L’Indice” è il loro compagno di strada naturale, la loro cassa di risonanza presso il pubblico dei lettori forti, quelli che non guardano le classifiche prima di entrare in libreria.
Per rendere un migliore servizio al lavoro che sta dietro le pagine di questi libri faremo delle interviste direttamente agli editori, quelli che incontriamo ai festival a loro dedicati, dove cerchiamo di essere presenti anche noi, ma non solo. Intervisteremo quelli che hanno una linea, quelli che sono appena nati, quelli che hanno imparato con tenacia a navigare pur destabilizzati, talvolta, dai transatlantici che attraccano direttamente in piazza San Marco. Vorremmo scoprire, attraverso di loro, come nasce la voglia di fare il mestiere dell’editore, come scelgono i libri del loro catalogo, ma anche come si può sopravvivere nel mercato editoriale italiano: la loro sfida è simile alla nostra, le difficoltà pure. Consideriamola, se volete, una mappatura arbitraria, o un’inchiesta a puntate. Partiremo a breve, ma non sappiamo dove andremo a parare, come in ogni avventura che si rispetti.