Elia Rosati – CasaPound Italia

Moderni xenofobi, dinamici complottisti antisemiti

di Daniela Saresella

Elia Rosati
CASAPOUND ITALIA
FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO
prefaz. di Marco Cuzzi,
pp. 236, € 18,
Mimesis, Milano-Udine 2018

Elia Rosati, già autore nel 2017 del libro Storia di Ordine Nuovo (scritto con Aldo Giannuli), consegna ora alle stampe un nuovo lavoro sulla storia di CasaPound, uno dei movimenti più dinamici di estrema destra e di grande successo mediatico, visto anche il clima di rigetto della cultura progressista che connota la società italiana (e non solo) negli ultimi tempi. Il volume, che combina rigore storiografico (con l’utilizzo di fonti giudiziarie e d’intelligence, oltre alla stampa quotidiana) e approfondita analisi politologica, traccia un percorso che inizia nel quartiere Esquilino di Roma nel 2003, quando fu fondato il primo centro sociale di ispirazione fascista. Il movimento/partito fu poi costituito nel giugno del 2008. Il gruppo dei “fascisti del terzo millennio” (come non disdegnano di farsi chiamare) si sono diffusi ben presto al di fuori della capitale, tanto è vero che ad ora si contano 104 sedi, dislocate in tutto il territorio italiano; hanno una federazione studentesca (Blocco studentesco), centri sociali e associazioni sportive. Non mancano neppure di utilizzare le nuove tecnologie: così vantano una radio web, una tv online, blog e la rivista “Primato nazionale”. Dell’importanza di CasaPound si è accorto anche Matteo Salvini che – nel 2014-2015 – ha collaborato politicamente con il movimento, tanto da dare spazio e visibilità al gruppo durante le manifestazioni della Lega.

Rosati mette in evidenza come CasaPound strumentalizzi i problemi del presente e cavalchi la necessità di sicurezza e di solidarietà degli italiani più emarginati, spesso abbandonati dalle istituzioni, e assediati dai nuovi poveri che vivono le periferie delle città, immigrati per lo più dall’Africa. Il movimento rivendica un welfare per soli italiani, la necessità di una forte limitazione dell’immigrazione, il “mutuo sociale” per dare un’abitazione agli italiani, ma anche l’uscita dall’euro e dall’Unione europea.

Il libro si sofferma sull’organizzazione e sull’evoluzione del movimento, ma la parte più interessante è quella relativa alle radici culturali dello stesso. Con saldi riferimenti bibliografici sulle peculiarità del fascismo e del neofascismo, Rosati sottolinea la novità rappresentata da CasaPound, un movimento neofascista che, nei propri luoghi di aggregazione, ha organizzato conferenze e seminari sugli esponenti classici della cultura della destra (Nietzsche, Spengler, Jünger, Evola, Pavolini), ma non ha mancato di dare spazio anche al terzomondismo di Che Guevara e al nazionalbolscevismo di Eduard Limonov.

L’autore mette in evidenza come il gruppo, più che alla lettura del fascismo di De Felice e di Perfetti, si affidi agli studi di Emilio Gentile, lo storico che ha sottolineato l’importanza non solo del mussolinismo ma anche delle altre culture all’interno del fascismo: quella mazziniana, corridoniana, futurista, dannunziana, gentiliana e pavoliniana. E i Fasci di combattimento, nati nel 1919, rappresentarono la sintesi di queste differenti prospettive culturali. Non è un caso – sottolinea Rosati – che i “fascisti del nuovo millennio” siano lontani da motto “resistere per esistere” del neofascismo italiano. Mentre per la destra tradizionale il riferimento alla repubblica sociale italiana è sempre stato imprescindibile, e il programma di San Sepolcro era valorizzato in quanto ispiratore dell’esperienza di Salò, CasaPound si richiama direttamente al “fascismo movimento”, ritenendo di dover ritracciare lì le proprie radici culturali e politiche. Lontani da una nostalgica riproposizione della “tradizione”, il movimento condivide con il primo fascismo l’interesse per la modernità, per il dinamismo e per l’azione.

Nel programma politico ritroviamo anche la ripresa di alcune tematiche proprie del fascismo del ventennio: il corporativismo e lo stato organico; il tutto congiunto – nota Rosati – alla “teoria complottistica, xenofoba e antisemita della ‘Grande Sostituzione’ di Renaud Camus”, sostenitore dell’esistenza di un piano liberalcapitalistico, marxista e massonico volto a incentivare l’emigrazione per eliminare le identità etniche europee. Ciò che emerge, dal bel libro di Rosati, è la sostanziale incoerenza e inconsistenza del programma politico dei fascisti del terzo millennio, che esprimono una critica al capitalismo contemporaneo “generica ed astratta”, privi di “una strutturata cultura economica” e ancora nostalgici delle corporazioni. Nonostante la fragilità delle proposte politiche e l’utilizzo della violenza contro gli avversari politici, CasaPound ha ottenuto indubbio consenso. Nelle elezioni del marzo 2018 la sua marcia verso il Parlamento si è rivelata effimera, ma ciò è stato dovuto al fatto che altre forze – la Lega e Fratelli d’Italia – hanno cavalcato i temi dei “fascisti del terzo millennio”. E ciò non può che essere elemento di preoccupazione per la democrazia italiana.

daniela.saresella@unimi.it

D. Saresella insegna storia contemporanea all’Università di Milano