Il grande balzo in avanti
recensione di Luca Munaron
dal numero di novembre 2017
Jared Diamond
L’EVOLUZIONE DELL’ANIMALE UMANO
Il terzo scimpanzè spiegato ai ragazzi
ed. orig. 2015, trad.dall’inglese di Simonetta Frediani
pp. 250, € 21
Bollati Boringhieri, Torino 2017
Il principio di evoluzione biologica per selezione naturale incontrò grande resistenza, ma fu il dibattito sulla collocazione dell’uomo, sulla nostra posizione nel mondo naturale, a riservare i risvolti più imprevedibili e sorprendenti. “Un’intelligenza superiore ha guidato lo sviluppo dell’uomo in una ben precisa direzione e per uno scopo speciale, esattamente come l’uomo governa lo sviluppo di molte forme animali e vegetali”: questa citazione non è tratta dal sermone di qualche sacerdote ultra-conservatore, ma dallo stesso co-fondatore della teoria della selezione naturale, Alfred Russell Wallace, che, assecondando tesi spiritualistiche non così isolate al tempo, sottrasse direttamente homo sapiens dal dominio della fisica. Che strana categoria rappresentiamo dunque? “L’uomo è diverso dall’animale solo perché non sa esserne uno preciso”, direbbe il Diavolo di Pessoa. Quali sono le nostre origini, la nostra natura e le responsabilità che ne derivano? La scienza può fornire risposte adeguate a tali domande? Jared Diamond risponde in L’evoluzione dell’animale umano, riadattamento per ragazzi dell’ormai classico Il terzo scimpanzè, opera prima seguita dai fortunatissimi Armi acciao e malattie (premio Pulitzer) e Collasso, e dal discusso Il mondo fino a ieri. Saggistica e alta divulgazione si coniugano in questo testo nell’intento pedagogico di far riflettere i giovani sulla profonda identità umana.
L’alba di una sterzata epocale
Nei primi capitoli Diamond affronta le origini “remote” dell’uomo moderno e le radici del cosiddetto “grande balzo in avanti” (esistono, per inciso, balzi indietro nella storia naturale?). Dopo una lunga stasi durante la quale la nostra linea evolutiva ci ha differenziati dalle antropomorfe, senza tuttavia far comparire una persona che riconosceremmo ora come nostro simile, compare un essere umano nuovo, quello che in Europa dipinge le pareti delle grotte di Cro-Magnon, e in breve tempo scompaiono i suoi dirimpettai neanderthaliani. È l’alba di una sterzata epocale, il tempo accelera ed esplode l’epopea della nostra cultura. I cacciatori-raccoglitori scoprono l’agricoltura, l’allevamento e l’arte, viaggiano e intraprendono scambi commerciali. In una corsa vorticosa e roboante prendono forma la scrittura e la tecnologia, insieme all’espansione fino agli angoli più remoti del pianeta a sancirne il dominio incontrastato. Un lungo silenzio e poi la scintilla. Cosa è accaduto?
La linea genealogica umana aveva già acquisito da lungo tempo la stazione eretta, il cervello si era espanso, e tuttavia eravamo solo un’altra scimmia con un corredo genetico quasi identico a quello degli scimpanzé. Certamente i nuovi caratteri erano già una promessa, una grande potenzialità, ma qualcosa mancava. In fisiologia un dettaglio può fare la differenza e generare effetti secondari straordinari ed imprevedibili: la modifica dell’apparato fonatorio ci ha consentito di produrre suoni più articolati e complessi, un linguaggio nuovo e sconosciuto fino ad allora. Tale acquisizione potrebbe avere contribuito in modo determinante a gettare le basi per la costituzione di una società molto più raffinata. Diamond guarda alle possibili implicazioni della fisiologia e dell’anatomia del (terzo scimpanzé). Le particolarità dell’evoluzione di homo sapiens sono molte: socialità e sessualità, ovulazione e copula nascoste, la menopausa, il ruolo paterno nelle cure parentali e la monogamia. Tutte peculiarità pregne di conseguenze, di cui tuttavia possiamo ritrovare le origini e le ragioni nel mondo animale, nella lunga storia precedente.
L’uomo nuovo
L’uomo nuovo ha imparato a coltivare i campi e ad allevare gli animali, popolando e abitando sempre di più la terra; ha costruito società sempre più stratificate e differenziate, e alcune hanno prevalso su altre sfruttando oggettivi vantaggi geografici. L’uomo nuovo produce guerre, conquista e distrugge, si rende attore di genocidi che, in casi estremi ben documentati, spazzano via addirittura intere popolazioni umane. Colpisce i propri simili e devasta l’ambiente in cui vive a una velocità inimmaginabile. Fragile conquistatore e incauto consumatore. Siamo i carnefici e le vittime, i conquistadores e gli amerindi, dittatori spietati e incrollabili oppositori, ultimi fragili superstiti del genere homo su questa terra. Forse la parabola sarà breve come quella di altre civiltà tecnologiche nel nostro universo che secondo Diamond non riusciamo (fortunatamente) a contattare proprio perché effimere anch’esse. Il messaggio è diretto ed essenziale: se non impariamo a fare i conti con i recessi più cupi ed indesiderati dell’essere uomini, non potremo divenire cittadini consapevoli e responsabili.
Diamond racconta storie con uno stile tanto accattivante quanto rigoroso. D’altra parte, o proprio per questo, ci ipnotizza con le sue risposte, puntuali ed efficaci. Forse troppe. Si respira l’assenza di sospensioni, di quesiti aperti, spazi liberi riservati alle spiegazioni che ciascuno di noi vorrebbe edificare in autonomia e anche, infine, di paradossi definitivi, senza soluzione. Se invece lasciassimo ai più giovani l’opportunità e la sfida di formulare le proprie domande? Umano, troppo umano.
luca.munaron@unito.it
L Munaron insegna fisiologia all’Università di Torino