Goffredo Parise in immagini
Le storie accolte nei Sillabari di Goffredo Parise sono una fonte inesauribile di spunti visivi: oggetti carichi di cose da dire, dettagli espressivi, camicette e cravatte che dischiudono piccoli universi.
Così è venuto quasi naturale ripensarli, a distanza di trentacinque anni, in forma di disegni. Come il libro originale, che partendo dalla A arriva fino alla S (a questa lettera l’ispirazione poetica abbandona Parise, perché «la poesia va e viene, vive e muore come vuole lei…») anche la sua versione illustrata segue l’ordine alfabetico, ché poi, a ben pensarci, è una “gabbia” più che confortevole.
Di solito i racconti brevi inseguono le ragioni del colpo d’occhio, sono simili a dei quadri. Così questi sillabari disegnati non si presentano come tavole separate (e gli autori si scusano in anticipo perché si dovrà fare ampio uso dello zoom) ma raccolgono su un unico foglio tutte le scene. Si comincia dalla prima vignetta in alto a sinistra e si procede poi come nel gioco dell’oca. Per l’immagine centrale non ci sono regole: sta al lettore scegliere quando guardarla.
Francesco Morgando ha disegnato le tavole, Virginia Giustetto ha pensato all’organizzazione delle scene e alla loro trasposizione illustrata. Anche se, a essere precisi, i confini dei due ruoli sono presto sfumati.
Dopo la pubblicazione della prima tavola, Amore, è ora il turno di Bontà. Il racconto, ambientato tutto su un treno, è la storia di un incontro pieno di intoppi, a cui è difficile porre rimedio. Ci è sembrato che il Parise narratore e scrittore guardasse tutto dall’alto, e un po’, come un bambino, si divertisse a giocare con la sua storia e i suoi personaggi.
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