#LibriInTasca: Gianaria e Mittone – Insospettabili. Racconti gialli

 La lettura di un giallo crea dipendenza

consigliato da Mariolina Bertini 

#LibriInTasca è lo Speciale che accompagnerà la vostra estate sul sito dell’Indice. Sarà un compagno di viaggio loquace e mai banale, e si comporrà di tanti consigli di lettura suggeriti da voci diverse e penne più o meno note: libri pensati per viaggiatori in cerca di avventure e tomi poderosi per chi poltrisce sotto l’ombrellone. 

INSOSPETTABILI. RACCONTI GIALLI 
a cura di Fulvio Gianaria e Alberto Mittone
 pp. 261, € 14.50
Einaudi, Torino 2016

Gianaria e Mittone - Insospettabili. Racconti gialliChi sono, gli “insospettabili” del titolo? Sono scrittori  la cui fama non è  legata al genere poliziesco, ma che sul terreno del poliziesco  hanno a volte  sconfinato, introducendovi come un virus destabilizzante la loro irriducibile originalità.  Fulvio Gianaria e Alberto Mittone,  frequentatori tra i più esperti del mondo del giallo e del noir,  in questa  antologia  hanno  raccolto le incursioni  nel mondo del delitto  di quattordici di questi  “non specialisti”, orientandosi con gusto sicuro verso una serie stupefacente di  piccoli capolavori di indiscutibile perfezione. Alcuni dei testi prescelti sono veri e propri classici, che è  giusto riproporre a nuove generazioni di lettori: La grande Bretèche, di Balzac,  peccaminosa scena della vita di provincia al tempo della Commedia umana; La piccola Roque,  di Maupassant,  in cui un delitto sessuale fa emergere crudamente le ossessioni segrete del sindaco di un villaggio; I sicari  di Hemingway, celebre per le due riduzioni cinematografiche che ne hanno sviluppato, e un po’ appesantito, l’esile trama.

Accanto a queste pagine famose, spiccano  alcune  preziose scoperte:  Un tragico errore, racconto giovanile di Henry James, è qui tradotto  in italiano per la prima volta; La vedova e il pappagallo, di Virginia Woolf, ci stupisce muovendosi con molto humour sul confine tra la fiaba e il racconto di fantasmi.
Tra i testi antologizzati, il più vicino al canone del giallo classico è Festa da ballo, di Fitzgerald:  sullo sfondo di una cittadina del Sud degli anni Venti  la narratrice indaga sull’assassinio di una ragazza, tra rivalità nascoste,  antiche complicità e pregiudizi sociali e razziali.  I più lontani da quel canone sono forse invece gli esempi italiani. Non c’è alcun delitto ne La scoperta del peccato di Federico De Roberto, ma solo l’uso sapiente del paradigma indiziario da parte di un uomo di mondo che vuol conoscere il passato di una fascinosa signora; tanto Gli alias di via Sesostri  di Buzzati quanto La decapitata  di Flaiano  giocano con gli archetipi e con il linguaggio della cronaca nera con evidenti finalità critiche, infliggendo micidiali stilettate all’Italia  benpensante dall’inossidabile conformismo.

La varietà stessa dei registri  di questo volume assicura una lettura piacevole, che ha il suo apice nel delizioso Stricnina nella minestra di P.G. Wodehouse. Storia del fidanzamento contrastato di Cyril, decoratore di interni, con la figlia di una minacciosa  e iperattiva esploratrice, Stricnina nella minestra mette in scena soltanto appassionati di letteratura gialla, pronti a tutto per  mettere le mani sull’ultimo romanzo di uno dei loro beniamini.  E il lettore di Insospettabili  non può che trovarsi d’accordo con il personaggio che funge da coro, Mister Mulliner, quando afferma: “Nulla, nella vita moderna, è più notevole del modo in cui il romanzo del mistero riesce a prendere il lettore. L’appassionato di queste cose, quando lo si privi della sua lettura preferita, non si ferma davanti a nulla pur di riprenderla. E’ come una vittima della droga quando le manca la cocaina”.

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