Di questo amore non si deve sapere
di Cristina Palomba
Per molto tempo Ritanna Armeni mi ha parlato di un libro che avrebbe voluto scrivere: l’amore a sinistra, ovvero come si amava ai tempi in cui il partito, il cambiamento sociale, la rivoluzione, la passione politica erano cose buone e giuste. Credo che avesse in mente coppie come Beauvoir/Sartre, Iotti/Togliatti, Castellina/Magri. Io non avevo capito esattamente che cosa cercasse e devo essere sincera temevo questo progetto, anche se lo avevo incoraggiato: avevo paura che il motore del desiderio fosse la nostalgia, non so se della sinistra, dell’amore, o di tutte e due le cose, o di un’età dell’oro – quella della giovinezza – che ci pare sempre migliore. Dopo, è solo decadenza.
È inseguendo questo progetto che Ritanna Armeni si è imbattuta nella storia che avrebbe dato vita a Di questo amore non si deve sapere: la relazione di Lenin con Inessa Armand, legame che la storiografia sovietica ha insabbiato per anni trattandosi di adulterio, non certo roba da bolscevichi.
Ritanna Armeni, un giorno di gennaio di due anni fa, è venuta a Milano per vedere i pochi minuti del filmato dei funerali di Inessa conservati alla Mediateca di via della Moscova e poi, sempre più stregata, coinvolta, incantata, si è seduta davanti alla mia scrivania per raccontarmi chi era questa donna di cui io non avevo mai sentito parlare. Non è stato solo l’indubitabile fascino di Inessa a convincermi a dare inizio all’avventura di questo libro, ma anche e soprattutto la passione di Ritanna per questa storia: era entrata a testa bassa, con irruenza e determinazione, nella Russia prerivoluzionaria, aveva letto tutto quello che c’era da leggere, e aveva programmato viaggi a Mosca e nei luoghi dove i due amanti avevano passeggiato parlando d’amore – si suppone, non ci sono prove – e di rivoluzione – e questo è certo perché Inessa era una collaboratrice fedele, la più grande sostenitrice di Lenin. Insieme hanno scritto una delle pagine più emozionanti della storia del XX secolo, ma solo uno è finito nei libri di storia e ha la sua immagine in ogni piazza, in ogni scuola, municipio, angolo di strada, ancora oggi, dopo la caduta del muro e tutta l’acqua che è passata sotto i ponti.
Ritanna e Inessa, la vita come rivoluzione
Ma questa non è stata affatto un’operazione nostalgica, anzi. Piuttosto, scavando nel passato e recuperando un personaggio dimenticato, Ritanna ha pensato solo al presente e ha riportato in vita con il suo “stato inaudito”, con il suo innamoramento una Inessa bagnata dalla luce degli anni 2000, e non dalle candele o dai lumi a petrolio. Ha fatto quello che fa la grande letteratura scrivendo però una biografia romanzata, una sorta di inchiesta come si addice a una giornalista come lei, sempre preoccupata di narrare il vero, di essere oggettiva. Credo abbia avuto un ruolo importante – anche se lei non me ne ha mai parlato – la forte identificazione con Inessa. Scrive Armeni alla fine nella sua bellissima postfazione: “Il suo modo di essere, complesso, a volte contraddittorio, soggetto a tutte le umane debolezze, agli entusiasmi e alla depressione, all’abnegazione e alla ribellione, la sua capacità di amare la politica, i figli, l’amore e l’amicizia e di vivere tutto con passione, ne facevano una figura eccentrica non catalogabile. Nella vita di Inessa tutti gli schemi cadono e gli stereotipi si sgretolano. Per questo mi è piaciuto raccontarla.” Per questo mi è piaciuto lavorare accanto a loro, Ritanna e Inessa, due donne che, come me e tante altre, hanno nel cuore la vita come rivoluzione. Non solo nel senso politico, però.
C Palomba è editor per la casa editrice Ponte alle Grazie
Ritanna Armeni, Di questo amore non si deve sapere, pp. 235, 16,00€, Ponte alle Grazie, Milano 2015