“Il mondo ha bisogno di sogni e per questo ha bisogno di libri”
di Gabriele Scandolaro
dal numero di novembre 2015
Vi sono casi in cui le idee più brillanti o le imprese più degne di nota sono nate da una scommessa rischiosa. E cosa c’è di più azzardato che aprire una libreria indipendente in una città di provincia dove già due importanti catene si contendono il mercato?
È questa la storia della piccola libreria BeBook di Saronno, uno dei più grandi comuni della provincia di Varese. Un po’ nascosta agli occhi dei passanti frettolosi che percorrono a passo spedito la piccola via Ramazzotti quasi ignorando le file di negozi che, come bambini capricciosi, sgomitano per attirare ancora un briciolo di attenzione. Dopo tutto quella è proprio una strada famosa per chi la storia di Saronno la conosce. Lì c’erano i mulini e numerose attività commerciali prima che il tempo spogliasse questo pittoresco vicolo della sua unicità: oggi, dopo le numerose e profonde trasformazioni urbane, non rimane più nulla a parte lunghe file di palazzi che hanno reso questo antico tratto di strada anonimo come solo le strade residenziali possono essere. Eppure eccola lì la libreria BeBook, con un piccolo e regolare via vai di persone che ancora si soffermano a guardare la vetrina prima di entrare. Da diversi mesi, infatti, essa è riuscita a conquistarsi una clientela decisamente affezionata anche grazie alle numerose iniziative culturali che hanno saputo dare una nuova luce al piccolo vicolo.
“Amo i libri e non solo per quello che dicono, ma anche per quello che possono dare per lo sviluppo degli individui e dell’intera società: la cultura, la crescita personale e anche, perché no? i sogni. Il mondo ha bisogno di sogni e per questo ha bisogno di libri”. Con queste parole Rosario Messina, “Saro” per i clienti, titolare e fondatore di BeBook, ci accoglie all’interno del suo piccolo regno. “I libri mi hanno cambiato la vita. Ho iniziato a lavorare presso Bono (storica libreria saronnese che ha cessato la propria attività dopo quasi sessant’anni) come commesso quando ero ancora giovanissimo. Non avevo una formazione classica e, lo confesso, all’inizio non pensavo che avrei fatto quel lavoro per sempre. Non ero nemmeno un grande lettore. Ma poi qualcosa è scattato in me. Ho iniziato a leggere qualche libro per curiosità, poi sempre di più perché volevo svolgere al meglio il mio lavoro che non consisteva solo nel vendere un oggetto ma nel far capire al potenziale lettore che quello che aveva davanti valeva la pena di essere letto. Quando i titolari hanno deciso di chiudere per me è stata dura. Avevo lavorato in quel luogo per quasi trent’anni, mi sentivo sperduto, non sapevo cosa mi avrebbe riservato il futuro. Ma sapevo che volevo fare il libraio, per cui mi sono rimboccato le maniche e ho deciso che avrei aperto un posto tutto mio, che desse a ogni libro e a ogni persona lo spazio di cui aveva bisogno. Ci sono molti potenziali lettori per strada, più di quanto si pensi. Non sono gli sconti quelli che li convincono ad entrare e nemmeno le mille altre cose che si possono trovare in una libreria e che nulla hanno a che fare con i piccoli mondi che hai sugli scaffali: bastano i libri e una buona dose di immaginazione”.
Mentre parliamo passa per strada un ragazzino in compagnia della madre. La donna guarda scettica la libreria e trascina il ragazzo lungo la strada. Quando il figlio le fa notare che hanno appena passato una libreria la donna risponde mormorando un udibile “no, quella non va bene”. Li vedo proseguire fino alla fine della strada per arrivare alla soglia di un Libraccio, uno store che ha occupato prontamente i locali della storica libreria Bono, appena questa ha cessato la sua attività. Poco dopo li vediamo tornare e il ragazzo, molto timidamente, entra e chiede se nel negozio è possibile trovare un libro, di cui fornisce il titolo pur pronunciandolo male. Rosario lo corregge, conosce bene il libro, dice, e allunga la mano sullo scaffale per prenderlo. Il ragazzino è colpito dalla sua accuratezza e al tempo stesso dalla sua disponibilità e inizia a chiedergli dei consigli. Esce poco dopo sorridente, con tre libri sottobraccio e una promessa: tornerò.
“Conosco tutti i libri che ho in catalogo” dice modestamente “ perché credo sia importante che un libraio sia prima di tutto un lettore. A volte i clienti entrano e non sanno nemmeno loro cosa vogliono, ma se conosci quello che vendi sai cosa potrebbe essere più indicato per una determinata persona e cosa invece potresti trascurare. La maggior parte dei libri che ho in esposizione li ho anche letti per intero. Solo in questo modo ho un quadro preciso di cosa ho in casa, cosa ordinare, quale edizione è meglio vendere e come accontentare i gusti di chi viene qui”. Una bella differenza rispetto alle grandi librerie organizzate dove i commessi stanno tutto il tempo attaccati al computer perché non hanno la minima idea di cosa ci sia sugli scaffali e dove un lettore distratto che non ricorda bene il titolo del libro, magari consigliato da qualche amico o letto senza prestare troppa attenzione sui blog specializzati, rischia di venire allontanato sentendosi dire “mi dispiace, il libro non esiste”.
Ma oltre alla vendita di libri, la BeBook offre ai suoi clienti, o meglio a tutti i cittadini che la frequentano anche per semplice curiosità, tutta una serie di iniziative culturali tese a valorizzare il mondo editoriale e a riqualificare l’ambiente cittadino. Una proposta che ha riscosso un discreto successo, sia tra i grandi che tra i piccini, è stata quella nata dalla collaborazione tra la libreria e il Centro di Recupero delle Arti e dei Mestieri. Durante il mese di luglio sono state organizzate delle serate dedicate esclusivamente ai più piccoli dove le fiabe dei grandi autori italiani, come Rodari o Calvino, sono state lette in scenari appositamente preparati da volontari e musicate dal vivo. Questi appuntamenti letterari sono riusciti ad attirare molti bambini ed hanno entusiasmato anche i genitori, facendo persino dimenticare loro gli altri negozi aperti fino a notte fonda o il caldo afoso. Anche gli autori di libri, siano essi emergenti o nomi affermati, possono trovare un loro momento in giornate appositamente dedicate a loro dove presentarsi al pubblico, pubblicizzare il proprio libro, firmare qualche autografo e rilasciare qualche intervista. Uno spazio speciale lo trovano anche le case editrici emergenti che hanno la possibilità, attraverso degli eventi appositamente preparati, di promuovere il loro marchio e la loro attività. BeBook organizza anche letture di gruppo, piccole conferenze letterarie e seminari di scrittura creativa. Ma oltre a queste attività, la libreria BeBook è anche uno dei pochi esercizi che hanno aderito al progetto tutto italiano di Switch.it, il social network dedicato ai libri e alla lettura. Una delle regole alla base di questa programma è quella che i lettori si incontrino in luoghi convenzionati dove poter godere di speciali sconti sui libri in qualità di membri, promuovendo così un ritorno al rapporto umano e allo scambio di idee e di opinioni letterarie.
“La mia idea di libro è questa: bisogna smettere di considerarlo come un oggetto di antiquariato, qualcosa di noioso adatto solo a pochi. Non è neanche un oggetto statico: anzi, ogni libro ha una sua vita e occorre che il lettore prenda familiarità con questo aspetto tuttora poco considerato, e che il lettore stesso diventi parte della vita del libro. Per queste ragioni ho scelto per la mia libreria il nome BeBook, essere libro, appunto”.
gabriele.angelo@live.it
G Scandolaro è insegnante