Il senso religioso del papa e del pedagogo
recensione di Francesco Ferrari
dal numero di giugno 2017
Marta Busani
GIOVENTÙ STUDENTESCA
Storia di un movimento cattolico dalla ricostruzione alla contestazione
pp. 531, € 23,
Studium, Roma 2016
Alla metà degli anni cinquanta del XX secolo, Milano aveva assunto il ruolo di traino dello sviluppo economico italiano divenendo una delle capitali europee della finanza, del lavoro e dell’innovazione tecnologica. La crescita industriale e la parallela diffusione di stili di vita e modi di pensare caratteristici delle società industriali ebbe un forte impatto anche sulla chiesa ambrosiana che, tra il 1955 e il 1963, fu guidata da Giovanni Battista Montini. Quest’ultimo, cercò di promuovere un progetto pastorale che facesse tesoro della tradizione ambrosiana aprendola alle nuove sollecitazioni connesse con lo sviluppo degli impianti produttivi anticipando così di qualche anno quanto solennemente stabilito dalle costituzioni del Concilio vaticano II apertosi nel 1962 e concluso, proprio da Montini eletto papa con il nome di Paolo VI, tre anni dopo.
Il lavoro di Marta Busani si situa in questo cruciale momento storico e descrive la nascita e lo sviluppo di un’organizzazione rilevante per la successiva storia della chiesa e della società italiana. Busani ricostruisce, infatti, l’intera vicenda di Gs ambrosiana ovvero la specializzazione studentesca della Gioventù italiana dell’Azione cattolica (Giac) animata da don Luigi Giussani fin dagli inizi degli anni cinquanta. Attraverso un’ampia serie di documenti provenienti dai principali archivi milanesi e non solo, Busani sottolinea i pionieristici esordi del movimento sottolineando le caratteristiche innovative del metodo pedagogico ideato da don Giussani e basato su alcuni libri capisaldi scritti dal prete brianzolo come Il senso religioso, pubblicato nel 1966 ma che raccoglie gli esiti delle lezioni tenute dal sacerdote di Desio poco oltre la metà degli anni cinquanta. L’autrice ribadisce anche le similitudini tra il pensiero dell’animatore di Gs e quello dell’arcivescovo Montini, il quale, non a caso, nel 1957 scrisse la celebre lettera pastorale dal titolo Sul senso religioso.
I legami tra il pensiero di don Giussani e quello di Montini erano già stati confermati da Alberto Savorana nella sua monumentale biografia del prete brianzolo edita da Rizzoli nel 2013, ma ciò serve a Busani per affrontare una delle questioni centrali della sua ricerca ovvero il ruolo della curia episcopale milanese nelle numerose tensioni che verso la fine degli anni cinquanta si accesero tra Gs e la sezione milanese della Federazione degli universitari cattolici italiani (Fuci). Gs, infatti, era nata all’interno della Giac con il preciso scopo di colmare un vuoto che preoccupava sia Montini, sia il suo predecessore sulla cattedra di Sant’Ambrogio il cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, ovvero la mancanza di un’iniziativa cattolica specifica per gli allievi delle scuole medie, dei licei e degli istituti tecnici. La cristianizzazione degli ambienti scolastici era ritenuta di vitale importanza e perciò, nel 1953, la Giac ambrosiana creò Gs affidandola a don Giussani. La nuova specializzazione, sia grazie al suo metodo ritenuto attraente da molti ragazzi sia per merito del carisma di don Giussani, dimostrò da subito una grande capacità di penetrazione nell’ambiente studentesco. Dopo qualche anno di attività, però, i giessini che uscivano dalle scuole per iscriversi nelle facoltà universitarie faticavano ad abbandonare il gruppo studentesco per immettersi, come previsto dagli statuti dell’Azione cattolica (Ac), nella Fuci. Quasi spontaneamente, quindi, nei contesti universitari milanesi si generarono dei gruppi di Gs che si ponevano in concorrenza con i nuclei della Fuci e, in alcuni casi, contestavano le decisioni e le posizioni politiche dei fucini soprattutto a causa della divergenza di opinione in merito al centro-sinistra.
Come si diceva, alla fine degli anni cinquanta si aprirono numerosi contrasti tra Gs e la Fuci e Busani ricostruisce con perizia queste tensioni sottolineando le principali posizioni dei cattolici milanesi interessati dal problema con particolare attenzione verso il pensiero e l’azione dell’arcivescovo, il quale non sembrò mai intenzionato a sfavorire l’opera di don Giussani ma anzi la incoraggiò come dimostrano gli interventi pronunciati nel corso del sinodo diocesano del 1962. Dopo aver ricostruito le origini, averne sottolineato il metodo pedagogico e aver descritto le tensioni con la Fuci, altri settori dell’Ac e le Acli, il lavoro di Busani si conclude con l’analisi degli ultimi anni di Gs che si situano dopo la chiusura del concilio e il 1968 ponendo così le basi per la creazione del movimento che sarebbe sorto dalle ceneri di Gioventù studentesca: Comunione e liberazione.
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F Ferrari è dottore di ricerca in storia del cristianesimo presso l’Università degli studi di Bologna